Gli ultimissimi dati Istat sull’export evidenziano un altro successo per i prodotti made in Italy. Questa volta l’asso sui mercati esteri non è il vino, come accaduto in passato, ma i formaggi. Dall’inizio di quest’anno le esportazioni dei prodotti caseari sono cresciute rispetto al 2011 del 6,1%, pari a 19.735 tonnellate che valgono 138 milioni di euro. Il dato fa ben sperare per l’andamento del resto dell’anno, ma a onor del vero è in linea con la tendenza del 2011 che aveva fatto registrare un +3,8 in volume con 2 miliardi di euro di fatturato (+15,1% in valore rispetto all’anno precedente). A guidare la truppa di formaggi tricolore troviamo la mozzarella che, insieme ad altri formaggi freschi come mascarpone e il non formaggio ricotta, cresce del 6,2% in volume e de 10,2% in valore. Quest’ultimo dato è particolarmente importante in virtù del fatto che mozzarella e Parmigiano Reggiano sono i formaggi più colpiti dal fenomeno dell’Italian sounding. Forte l’aumento in valore (+20,6%) dell’export di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, così come dei formaggi a pasta molle quali Robiola, Stracchino e Crescenza che crescono in valore del 22%. Dati incoraggianti quindi che fotografano una vitalità quasi inaspettata per un settore base del made in Italy agroalimentare che certifica, come per i vini, un legame inscindibile tra prodotto e territorio di produzione. Ma le sorprese della rilevazione non finiscono qui. Andando ad analizzare i mercati, scopriamo infatti che la prima piazza ad acquistare formaggi italiani è la Francia, seguita da Germania, USA, Gran Bretagna e, altra curiosità, Svizzera. Concediamoci quindi un pizzico d’orgoglio sui cugini i quali, forse, hanno preso atto che l'Italia ha più varietà di formaggi di loro, e quindi è bene conoscerli.
Export a gonfie vele non solo per il vino
Pubblicato il 18/05/2012
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