Il Collio goriziano, un continuo alternarsi di colline e vallate disposte tra Venezia Giulia e Slovenia, una serie infinita di pendii esposti ad oriente e racchiusi tra i fiumi Isonzo e Judrio, che dalle Prealpi Giulie arrivano ad affacciarsi sul vicino Adriatico, una terra ricca di minerali composta di marne e arenarie emerse dall’affioramento dei fondali marini, una storia antichissima che transita attraverso le influenze di Celti, Romani e Longobardi, della Serenissima e del’Impero Asburgico.
È in questa terra che Alessandra e Mauro vivono e operano, nei 18 ettari della loro azienda Borgo San Daniele situata a Cormòns, delizioso borgo di origine preromana disteso ai piedi del monte Quarin, 35 chilometri quadrati di territorio, per un quarto ricoperti di vigne, in cui l’origine alluvionale del terreno si sovrappone alla struttura minerale originaria delle colline e dei ronchi di queste zone.
Valorizzazione dei vitigni autoctoni, alte densità di impianto, terreni lasciati inerbiti allo scopo di controllarne l’energia e l’equilibrio mitigando gli effetti negativi della monocoltura, assenza di concimi chimici, uso dei lieviti indigeni e un rigoroso rispetto delle fasi lunari: sono questi i mantra dei fratelli Mauri. I vini riposano nella tipica botte friulana da 20 ettolitri, non si usano chiarificanti chimici e filtrazioni ma solo decantazione. Tutto ciò richiama alla mente concetti di agricoltura biodinamica e biologica ma quì l’idea diviene mera realtà e non semplice certificazione, profondo legame con natura e storia del territorio.
A Borgo San Daniele vengono mirabilmente vinificati Friulano e Pinot Grigio in un numero limitato di etichette ma ciò che incuriosisce, colpisce e sorprende è soprattutto l’Arbis Ros, un vino rosso un tempo blend di Pignolo e Cabernet, oggi praticamente Pignolo in purezza.
Recentemente, proprio in azienda, abbiamo avuto il piacere di degustare l’annata 2006, vino i cui primi piacevoli assaggi risalgono alla fine del 2009 ma che solo ora ha raggiunto il culmine della sua maturità amplificando e raffinando le sue qualità.
Immersi in un vivace e intenso rosso rubino fiori di campo, prugna e frutti di bosco maturi, erbe aromatiche, raffinate spezie, spiccata mineralità, legno di cedro, liquirizia, caffè, cacao e lieve nota di inchiostro compongono il corredo dei profumi. Al gusto affascinano freschezza, sapidità, pienezza, struttura, tannino copioso ma levigato ed elegante e lunga persistenza.
Il Pignolo è una vera scoperta, si tratta di un interessantissimo vitigno autoctono friulano a bacca nera, ricco di irreqiueto tannino, di limitata produzione soprattutto nei Colli Orientali (sua zona d'origine) e nel Collio Goriziano, così chiamato a causa della compattezza e delle ridotte dimensioni del grappolo che ricorda la forma della pigna (nessuna parentela col Pinot Nero).
Conosciuto fin dal primo Medioevo, come altre uve autoctone friulane (Schioppettino, Tazzelenghe ecc.), scomparve quasi completamente ai primi del Novecento perchè uva non molto resistente, poco produttiva e sensibile a diverse malattie come l’oidio e l'immancabile fillossera.
L’opera di recupero, sia per motivi storico-culturali che per diversificazione produttiva nei confronti dei dominanti vitigni internazionali iniziò negli anni ‘70 attraverso l’opera e la lungimiranza di personaggi come Walter Filiputti che recuperò le ultime marze dagli ultimi due filari centenari sopravvissuti alla fillossera presso l’abbazia di Rosazzo (Colli Orientali), come Girolamo Dorigo che lo rilanciò nella zona di Buttrio, come la famiglia Nonino le cui pressioni fecero si che il Pignolo fosse inserito nell’elenco dei vitigni autorizzati della regione cessando di essere fuorilegge. Il tutto è culminato con la creazione della Doc Colli Orientali del Friuli Pignolo nel 1995.
Borgo San Daniele
Via San Daniele, 28
34071 Cormòns (GO)
Tel. 0481 60552
www.borgosandaniele.it
info@borgosandaniele.it