Noi, i vini, li degustiamo. Li degustiamo davvero. Sembra un eufemismo? Non lo è. Le aziende vengono invitate a mandare i vini e i dati tecnici. Tutto ciò che arriva viene registrato, controllato, degustato, scritto, riscritto, ridegustato in caso di finale. Questo in brevissima sintesi, perché troppo lungo e noioso sarebbe descrivere tutte le varie operazioni e i vari livelli di controllo cui viene sottoposta ogni pagina della nostra Guida. Una quarantina di persone concorre alla redazione della Guida. E un po’ di affanno non manca mai. Dall’altra parte del vetro ci sono la città e l’estate agli sgoccioli. Non abbiamo ancora finito, c’è da accelerare.
Altri sorridono alle telecamere già da un mese, divulgano risultati già da due settimane. Ma quanti sono per aver già finito? Un centinaio? Chissà. Di sicuro devono essere tantissimi.
Ma forse la spiegazione è molto più facile. Come facile è, anziché assaggiarlo, cambiare l’annata di un vino sulla carta e immaginare quanto possa valere. Fosse questo, il nostro metodo, come minimo avremmo il buon senso almeno di verificare se quel vino di quell’annata sia DAVVERO uscito. Così, in parecchi casi potremmo venire a sapere che magari in quell’annata non è stato proprio prodotto, evitando figure meschine. Ed eviteremmo anche di “bruciarlo” quel prodotto. Molte, troppe volte ci è capitato quest’anno di credere che alcuni vini fossero già “vecchi” per la pubblicazione, mentre non erano proprio usciti, nemmeno in anteprima per le Guide. Erano stati semplicemente “inventati”. Basta metterci un’annata più recente, no? Che ce vo’? Tanto il lettore quando se ne accorge?
Insomma, a degustare i vini semplicemente sulla carta a noi basterebbero 10 giorni per realizzare l’opera. Ma forse interesserebbe molto meno il nostro lettore.