Glorenza è una suggestiva e piccolissima cittadina dell’alta Val Venosta, situata lungo la strada del Passo del Forno, vicino al confine con la Svizzera. Con una popolazione di neanche mille anime, è uno dei più piccoli comuni dell’Alto Adige, tanto che un detto locale recita più o meno così: “La nostra città è così piccola che dobbiamo andare a messa fuori dalle mura”. Qui, ai piedi del massiccio dell’Ortles, è nata la prima e (almeno per il momento) unica distilleria di Whisky italiana. Fondata nel 2010, la Puni Destillerie prende il nome dal rio omonimo, un piccolo fiume che nasce a 3.391 metri slm e, dopo aver percorso le Alpi Venoste e la Valle del Planon, confluisce nell’Adige.
L’idea e il sapore unico del primo Italian Single Malt Whisky sono il frutto della creatività, dell’intraprendenza e della tenacia di Albrecht Ebensberger e dei suoi figli Jonas e Lukas. Albrecht, una vita spesa in un’impresa edile dedita soprattutto al restauro degli splendidi castelli locali, cicloamatore e alpinista di esperienza e grande energia, ha sempre coltivato la passione per l’enogatronomia (è anche sommelier AIS), trovando pieno accordo con la moglie prima e i figli poi. “Sono vent’anni che io e mie moglie degustiamo insieme un goccio di Whisky ogni sera: e ogni volta lo cambiamo cercando di affinare il nostro palato e di provare sensazioni ed emozioni sempre nuove”. La medesima passione ha coinvolto i figli, soprattutto Jonas, che ha iniziato un lungo e difficile percorso di studio e approfondimento della materia direttamente in Scozia. Da questa esperienza nasce l’incontro con la sapienza di Harry Cockburn, a lungo responsabile tecnico di Bowmore, che ha seguito personalmente tutte le fasi di costruzione e istallazione degli impianti.
A breve la distilleria Puni aprirà al pubblico: noi l’abbiamo visitata in anteprima e siamo rimasti incantati. Un cubo di 13 metri d’altezza, edificato in mattoni rossi su progetto dell’architetto Werner Tscholl, il cui disegno richiama i fienili sudtirolesi, è la sede delle vasche di infusione e di fermentazione, nonché dei due alambicchi discontinui, realizzati a Rothes, in Scozia, con un meticoloso lavoro artigiano espressamente dedicato agli Ebensberger. In questo affascinante e al contempo efficientissimo ambiente, i tre malti d’orzo, di frumento e di segale (quest’ultima prodotta in loco) vengono miscelati e lavorati secondo l’esclusiva e segretissima ricetta della famiglia. Abbiamo degustato numerosi tagli del distillato giovane e alcune prove di invecchiamento in botti ex-Marsala ed ex-Zibibbo, cui seguiranno esperimenti in altri legni. La qualità è fin d’ora eccellente e c’è da scommettere su un futuro di straordinarie sorprese. Per il momento saranno commercializzate (a circa 35 euro) le bottiglie di Italian Single Malt White, l’acquavite giovane. Per il vero e proprio Single Malt Whisky Italiano dovremo attendere i tre anni di invecchiamento obbligatorio, quindi non sarà disponibile prima del 2015.
Intanto, quasi a completare l’idea – fantasiosa e unica – di un distillato che, senza nascondere l’eredità scozzese, riesce ad esprimere la particolarità e il genius loci del territorio e della sua storia, le botti sono state collocate all’interno di un vecchio bunker della Seconda Guerra Mondiale.
Come a dire che la memoria del passato, ancorché dolorosa, qualora se ne colga l’insegnamento, delinea, arricchendola, l’identità presente.