Ho avuto la fortuna di conoscere Giovanni Conterno nel gennaio del 1999, pochi anni prima della sua scomparsa, andandolo a trovare nella sua cantina di Monteforte d’Alba assieme all’amico Massimo Billetto. Ben consapevole dell’alone leggendario che circondava il personaggio, ne ho visto materializzarsi i tratti non appena sono entrato in contatto con lui: un uomo solido e deciso, riservato e un po’ riottoso, ma che svelava nelle fattezze del viso e nella vivacità dello sguardo tutta la tenacia, la forza e l’orgoglio per se stesso e per quella storia familiare che ha saputo trasfondere nelle sue monumentali etichette, non semplicemente vini, ma alcune delle emozioni più importanti dell’enologia italiana. Sulle prime, l’incontro ha mantenuto un profilo un po’ formale e distaccato. Dopo qualche minuto - “testata” la nostra autentica passione e il nostro ardente desiderio di sapere - Giovanni ci ha regalato con grande cordialità due splendide ore di vita vissuta, di cultura del territorio, di esperienze entusiasmanti, tanto per chi le ha vissute quanto per chi le ha sentire raccontare. Una storia fatta di scelte difficili e al tempo stesso fondamentali, pilastri per la nascita e la crescita di vini inimitabili. Vini capaci di restituirci a ogni assaggio la nitida memoria di quell’incontro, la profonda energia dello sguardo di un uomo che ha creato delle pietre miliari nella storia del vino mondiale.
Aristocratica sobrietà, rispetto e amore per la tradizione della propria terra erano le qualità peculiari di Giovanni, qualità che il figlio Roberto ha saputo raccogliere con analoghe intelligenza e passione, continuando a interpretare assai abilmente il patrimonio enologico familiare. La serietà di Roberto è il simbolo stesso di uno stile e di un’eleganza evidentemente in grado di trasmettersi di generazione in generazione.
A tutto questo pensavo qualche giorno fa, quando ho aperto un Barolo Monfortino Riserva 1990, una bottiglia che da molti anni mi accompagnava nelle vicissitudini che hanno contraddistinto la mia vita. Ho pensato fosse venuto il momento di celebrarla. Un nettare dal commovente colore ancora tra il rubino e il granato, un profluvio di rose appassite, prugne secche, ghisa, humus, eucalipto, tabacco da pipa, incenso, cipria, liquirizia e cenere. Un sorso vitale e dinamico, ampio e profondo come lo sguardo che puoi gettare sulle colline di Langa in un’assolata mattina primaverile. Un vino che quasi ti costringe a chiudere gli occhi e a rivivere il magnifico incontro con chi lo ha plasmato così bene, fondendo magicamente territorio e umanità. E pensare che c’è chi è ancora convinto che il vino sia solo un alimento…
“The wines produced by Giovanni Conterno are monuments to Nebbiolo as well as to the glory of Piedmont.” Nonostante lo abbia scritto Robert Parker, la cui idea di grande vino è stata spesso diametralmente opposta a quella di Giovanni e Roberto, siamo costretti a concordare con lui. Visioni antitetiche del mondo approdano eccezionalmente alle stesse conclusioni.
Conterno
Località Ornati, 2
12065 Monforte d’Alba (CN)
Tel. 0173 78221
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