Le origini dello sci di fondo si perdono nella notte dei tempi. Diverse testimonianze (incisioni rupestri e reperti vari rinvenuti nel corso di indagini archeologiche) ci documentano l’uso nei paesi Scandinavi e in Siberia, in epoche molto lontane, di rudimentali attrezzi da utilizzare ai piedi per muoversi e cacciare in ambienti innevati. Nel corso dei secoli l’evoluzione delle tecnica e il perfezionamento degli strumenti hanno consentito di rendere più spedita la marcia: la camminata sugli sci ha così lasciato il posto, dove il terreno lo consentiva, alla caratteristica “scivolata”.
Elevato al rango di disciplina sportiva soltanto intorno alla metà dell’ottocento, lo sci di fondo, inizialmente relegato al ruolo di sport povero e di fatica, ha visto accrescere negli ultimi tempi la propria popolarità anche in nazioni con tradizioni e clima sostanzialmente diversi rispetto al Nord Europa, come nel nostro Paese, dove si è andata formando un’ ampia schiera di appassionati. Si tratta di una tecnica sportiva adatta a tutti, facile da praticare, che richiede un abbigliamento essenziale e un’attrezzatura dai prezzi assolutamente contenuti. Una valida alternativa al più diffuso sci alpino.
Questa disciplina si pratica su apposite piste, chiamate in gergo tecnico “anelli”, con la possibilità di utilizzare due diverse tecniche: la tecnica classica, detta anche passo alternato, consente di compiere ampi movimenti, con conseguente scivolamento, all’interno di un binario nel quale gli sci corrono paralleli, mentre la tecnica di pattinaggio, detta anche skating, di tradizione più recente, simula i movimenti del pattinaggio senza procedere nel binario, con gli sci che scorrono divaricati di punta diagonalmente rispetto al senso di marcia. Sci e scarpette, che si fissano agli sci solo in punta, differiscono a seconda della tecnica utilizzata. Con una adeguata preparazione, considerato l’impegno sia muscolare che cardiovascolare richiesto, persone di tutte le età possono praticare lo sci di fondo: non è infrequente, camminando tra boschi e distese innevate, incontrare, accanto agli sportivi e ai professionisti, famiglie con bambini e persone anziane.
Molteplici sono i benefici sia in termini di rafforzamento della muscolatura, che viene sollecitata in tutte le parti del corpo, in special modo glutei, cosce e braccia, sia per quanto riguarda il miglioramento delle prestazioni del cuore e dei polmoni. Evidenti sono anche i riflessi positivi sul sistema nervoso: l’ambiente naturale in cui ci si muove e l’aria incontaminata che si respira sono indubbiamente ottimi antidoti contro lo stress. Una giusta preparazione potrà ovviamente essere di aiuto nella partica di questo sport riducendo il rischio di fastidiosi infortuni. Sulle piste si dovrà invece prestare la massima attenzione al rispetto delle regole onde evitare pericolosi incidenti.
Per gli appassionati del fondo il nostro Paese offre una grande varietà di ambienti e innumerevoli piste perfettamente battute e preparate. Percorsi turistici alla portata di tutti e tracciati da competizione per i più esperti si snodano dalle Alpi agli Appennini tra boschi di conifere e faggete, pascoli d’altura e limpidi torrenti: scenari di straordinaria suggestione dove regna incontrastato il silenzio.
Numerose Scuole sono a disposizione di chi vuole avvicinarsi a questa attività sportiva mentre nelle aree più frequentate diversi Centri del fondo garantiscono una vasta serie di servizi per gli sportivi (dagli spogliatoi al noleggio e deposito dell’attrezzatura). Una “piena immersione” nella natura incontaminata ma anche nella gastronomia e nelle tradizioni locali. Rifugi e malghe presenti un po’ ovunque lungo le vie del fondo sono l’occasione per una breve e frugale sosta golosa all’insegna della cucina più tipica.
Al termine di una bella giornata sulle piste che corrono tra i boschi di conifere della Valfurva, nel Parco Nazionale dello Stelvio, all’ombra delle maestose vette dell’Ortles-Cevedale, potremo così rifocillarci con un assaggio di Bitto d’annata accompagnato da un buon bicchiere di Sfursat mentre lungo le piste della Valli di Fiemme e Fassa, dove ogni anno l’ultima domenica di Gennaio si svolge la ormai mitica “Marcialonga”, ci faranno compagnia i Canederli e il fragrante Marzemino. Il vasto complesso di anelli che circondano Cogne, in Valle d’Aosta, ha come scenario privilegiato il massiccio del Gran Paradiso: per gli sportivi la possibilità di degustare ottime Tome d’Alpeggio e vini unici ed originali come il Fumin. Sostando al cospetto delle vette innevate chi vuole potrà “cogliere” le erbe alpine in un Blanc de Morgex fresco e di bella sapidità.
Sulle frequentate piste del Terminillo, nel Reatino, un piatto di Fregnacce può rappresentare un ottimo rimedio contro la stanchezza e la fatica mentre chi si avventura con gli sci “stretti” sulle montagne abruzzesi, tra estesi altopiani carsici e boschi secolari, potrà deliziare il palato con gli immancabili arrosticini innaffiati da un robusto Montepulciano d’Abruzzo. Per i fondisti che scelgono gli anelli che si allungano nell’aria frizzante del Parco Nazionale della Sila il contatto sarà con scenari di inarrivabile bellezza ma anche con la tradizione, la cultura e i sapori della variopinta e gustosa gastronomia di questa parte di Calabria.
Dopo una giornata trascorsa scivolando tra foreste incantate e distese immacolate Il ritorno a casa, al lavoro e alle proprie abitudini sarà piacevolmente accompagnato dal ricordo delle magiche sensazioni che sanno trasmettere la montagna, il suo paesaggio e i suoi sapori.