A Luglio si è tenuta a Salina la seconda edizione del Malvasia Day, una meravigliosa opportunità per poter assaggiare e conoscere vini e produttori delI'Isola. Un vero e proprio evento che è riuscito nell’intento di riunire viticoltori, piccoli e grandi, che fino a qualche tempo fa non si parlavano nemmeno. Quest’anno è stato fatto un passo in più in quanto oltre alle aziende dell’isola di Salina erano presenti, per la prima volta, anche quelle di Panarea, Vulcano e Lipari. Per poter comprendere l’emozione e la bellezza dell’avvenimento descrivo la cornice in cui si è svolta tale manifestazione e i tratti salienti della degustazione. Una grande terrazza affacciata sul mare, al tramonto, con il sole che decide di splendere di fuoco vivo e che lentamente se ne scende nella linea del turchese-blu del mare. L’aria salmastra che s’insinua nelle nari e che si fonde ai profumi del vino che pigramente si comincia a degustare.
Vini ambrati, dorati, verdi, scintillanti. Profumi di miele, frutta candita, mirto, lentisco. Sapori dolci, avvolgenti, pieni, persistenti, aromatici. Ma non solo dolcezza. Quello che colpisce, in realtà, è una piccola schiera di Malvasie vinificate in secco. Vini di una godibilità straordinaria.
Tra questi si distingue un’interpretazione di Malvasia, proveniente da Panarea, veramente eccellente, Linsolita, questo il suo nome senza apostrofo. Vino sapido, minerale e aromatico, dai ricordi di pesca e macchia mediterranea, elegante e profondo, capace di offrirsi sia come aperitivo ma anche, e soprattutto, come splendido compagno della cucina di mare. Sgorga dalla grande passione che la famiglia Pedrani nutre per quest’isola. La storia di questa nascita risale agli anni ‘50 quando il padre dell’attuale proprietario, industriale milanese, scopre in questi luoghi uno spicchio di mondo isolato e “umano”, dove cioè gli uomini vivono ancora rapporti umani. Acquistati vari appezzamenti, tra cui una collinetta che sovrasta il paesino di Panarea, costruisce una casa e la vive, insieme alla sua famiglia, per alcuni mesi all’anno come meta di vacanze.
Alla sua scomparsa il figlio Andrea e sua moglie Federica decidono di impiantare un vigneto e di costruire una cantina. Così nel 2006 diventano veri e propri produttori e prima di tutto contadini, in quanto sono gli unici addetti alle cure del vigneto, pulendo ogni grappolo da acini ammuffiti, beccati dagli uccelli, imperfetti, e selezionando l’uva in modo che arrivi in cantina perfettamente sana. Qui a dar loro una mano Nino Caravaglio. Il ricordo di questo vino e di questo incontro sarà ravvivato in occasione della giornata dedicata alle Eolie in programma il 17 marzo 2014 presso la sede di Associazione Italiana Sommelier Roma. Io non mancherò.