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Graci, un vino di vibrazione
Pubblicato il 06/09/2013
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In una calda giornata estiva di luglio, percorrendo la Statale 120 lungo le pendici nere e rocciose dell’Etna, da Piedimonte Etneo, Linguaglossa fino a Passopisciaro, ci si rende conto che qui la vita scorre sopra un fiume d’energia. Ad un primo sguardo, il paesaggio rivela atmosfere lunari, sabbia nero-grigia, rocce laviche, arbusti, legna arsa, cactus secchi; ma basta un attimo in cui all’olfatto giunge il profumo pungente e caldo dei fiori di carrubo che gioca con le dolcezze dei gelsi maturi, a creare un’armonia con l’ambiente ed essere stregati dalla potenza magnetica del vulcano. Siamo sul versante Nord dell’Etna, ad un’altezza tra i 600 e i 1.100 metri sul livello del mare, un luogo dove la viticoltura è una pratica antichissima. Correlate alla vita di ogni singola famiglia, che possedeva una piccola casa di campagna con annesso un palmento (tipica costruzione agricola isolana) in pietra lavica, viticoltura e lavorazione delle uve erano legate alla produzione di piccoli appezzamenti spesso sotto l’ettaro e circondati da muri a secco, molto simili a quelli della tradizione “borgognona”.

Stiamo parlando della cantina Graci; il cirneco dell’Etna nella sua etichetta come guardiano di una primitiva tradizione, Passopisciaro la sua antica dimora. Alberto Graci il protagonista di questa storia coraggiosa; Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Catarratto e Carricante gli attori principali di questa favola moderna; Barbabecchi e Arcurìa i due vigneti, una scenografia quasi surreale di un patrimonio ampelografico nazionale dal valore inestimabile. Conoscendo Alberto ci si rende conto subito del perché i suoi vini sono irripetibili, inalterabili, eleganti, pieni di personalità, vivi e come lui stesso li definisce, vini non comuni ma “di vibrazione”. Si, perché la vibrazione è l’ingrediente principale che unisce questa madre terra alle viti secolari, passando per un uva che non subisce interventi e che dà un nettare prodotto nel pieno rispetto della sua personalità, arrivando alla maturazione attraverso il legno dei grandi tini. Queste unicità si ritrovano appieno nel bicchiere, seppur giovane sia la storia dell’azienda, iniziata con caparbietà nel 2004 da Alberto, che ha fatto da apripista insieme ad altri 4 giovani produttori della zona, ad una nuova strada, basata sulla qualità ed il rispetto di questo territorio.

Il vigneto Arcurìa in Contrada Arcurìa Passopisciaro tra i 600 e i 660 metri, misura 18 ettari, tutti impiantati ad alberello su piede franco; il suo Cru, Quota 600, degustato in cantina nelle annate 2010 e 2011, è un Nerello Mascalese in purezza che si esprime con aperture e chiusure completamente differenti. La 2010 dal tipico colore rosso rubino trasparente, presenta un naso profondo con note scure in evidenza, richiami di cenere, frutta secca e lieve affumicatura. L’assaggio mostra una struttura tannica equilibrata, elegante e fresca, con spiccata scia sapido-agrumata. Un vino da provare con un abbinamento non troppo prevedibile, come una tataki di tonno in crosta di sesamo. La 2011 invece si distingue subito per un carattere più schivo, meno docile, sia ai profumi che al gusto, quasi a richiamare la classe di un cane da caccia primitivo (il cirneco dell’Etna appunto), snello, con gambe lunghe, orecchie dritte e un corpo muscoloso ma allo stesso tempo molto elegante. Un animale dal fiuto eccezionale ed agilissimo nel cambiare direzione nell’inseguimento della preda. Il vigneto Barbabecchi in Contrada Barbabecchi Solicchiata è un vigneto estremo, situato tra i 1.000 ed i 1.100 metri, 2 ettari in totale, con piante di Nerello Mascalese a piede franco prefillosseriche di 100 anni d’età, che ha destato anche l’attenta curiosità dei nostri cugini d’oltralpe della Romanée Conti. È una produzione di nicchia, fatta come dice Alberto Graci, “in segno di rispetto per questa vigna e questa montagna”, viste anche le difficoltà di vendemmia, condotte solo ed esclusivamente con jeep e fuoristrada. Il vino, Quota 1.000, è di un luminoso color rubino, con seducenti richiami olfattivi di tabacco secco, radice di liquirizia e sentori ferrosi. L’assaggio è una continua evoluzione: pieno, ricco nei ritorni fruttati con una sapidità avvolgente che non stanca mai ed un richiamo tannico di estrema finezza.

Graci
Contrada Arcuria - Passopisciaro
95012 Castiglione di Sicilia (CT)
Tel. 348 7016773
www.graci.eu 
info@graci.eu
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