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Barrua, il Rodolfo Valentino del Sulcis
Pubblicato il 20/09/2013
Fotografia

Si dice che il suo sguardo magnetico incantasse senza possibilità di scampo il pubblico femminile, tanto da essere definito un latin lover e tombeur de femme; di una bellezza considerata straordinaria, Rodolfo Valentino nome d’arte di Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D’Antoguanella è stato un attore e ballerino italiano del cinema muto scomparso giovanissimo all’età di 31 anni e protagonista assoluto del cinema in bianco e nero dei primi del ‘900. Presentazione doverosa, di un fascino intramontabile, quello di Rodolfo, che non ricalca stereotipi ma personalizza uno spirito, questo è il pensiero che ha legato il vino attore di questa storia, il Barrua, ad un uomo divenuto leggenda. Siamo nel cuore del Sulcis, Località Barrua, Sardegna sud-occidentale. Barrua e Narcao sono le due tenute, di circa 170 ettari, acquistate dall’Agricola Punica nel 2002, un’azienda moderna nata dalla joint-venture tra Sebastiano Rosa, Direttore Commerciale della Tenuta San Guido e la cantina Santadi. Sigillato da quest’alleanza, il percorso dell’azienda vede l’appoggio di tre nomi storici: il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta (Tenuta San Guido), Antonello Pilloni presidente di Santadi e l’enologo Giacomo Tachis. Verso la metà degli anni ’80, Tachis, in viaggio in questi luoghi, da lui già amati ed ammirati, si rende conto subito delle potenzialità che essi offrono e cerca di immaginare un vino che possa contenere e ricreare la stessa luce che riflette in questa terra; si perché è proprio la quantità di luce a rendere questa regione unica. Oltre, ovviamente, all’influenza del mare, grandissimo termo-regolatore di un clima con inverni miti ed estati torride e soleggiate.

Il vitigno protagonista da sempre in questa zona è il Carignano, le cui origini sono egualmente contese tra: l’introduzione in zona da parte dei Fenici, fondatori del Sulci, i cui ruderi sono ancora visibili sull’Isola di Sant’Antioco e la diffusione ad opera degli Spagnoli, prima in Francia poi in Corsica per approdare infine nella costa meridionale sarda durante la dominazione aragonese del XIV e XV secolo. Le uve dell’azienda provengono tutte dai vigneti situati a Barrua e Narcao, terreni molto profondi e sassosi con una quantità media di argilla e calare, costituiti da 15ha di Carignano piantati nel 1990 e 50ha di nuovo impianto suddivisi tra Carignano, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. La mano di Tachis, in questo vino il Barrua, è come la pennellata dell’artista sulla tela, una trama di sapiente intuizione e mescolanza tra il Carignano presente per l’85% d’uvaggio, il Cabernet Sauvignon per il 10% ed il Merlot per il 5%. Maturato in barriques nuove di rovere francese per circa 18 mesi, si affina poi in bottiglia per un anno ed è grazie a questo sapiente legame di colori e profumi di territorio integrati alla spinta accattivante del vitigno internazionale, che il suo carattere magnetico e un po’ mascalzone si fa strada. Da provare con un abbinamento regionale senza uguali, tipico della costa nord-orientale sarda, la Zuppa Gallurese uno sformato di pane raffermo bagnato con brodo di carne vaccina e di pecora, tipico della tavola gallurese, alternato a strati, da formaggio fresco di mucca e pecorino stagionato.

Degustando il Barrua, Isola dei Nuraghi Igt 2009, di colore rosso rubino intenso con sfumature ancora violacee, denota al naso tutti i sentori di macchia mediterranea della costa sarda: rosmarino, timo, origano, mirto, alloro, more di rovo e resina. Giovane nei profumi speziati e di tostatura dolce, il naso affascina ed intriga da vero seduttore. Un sorso che, non appaga fino al prossimo, elegante, ben integrato tra l’alcol e la prorompente acidità, accentuata dalla scia sapida. Ricco al gusto, il fruttato è il protagonista indiscusso, con tannini nobili in assoluta armonia con la lunga chiusura terrosa e minerale. Un eroe romantico, capace di affascinare ed ipnotizzare chi lo degusta e/o chi come me, se n’è appassionato e lo gradisce anche in una serata di vecchi film d’autore (come di fronte a “Il figlio dello sceicco” del 1926, con Rodolfo Valentino e Vilma Banky).

Agricola Punica 
Località Barrua
09010 Santadi (CI)
Tel. 0781/941012
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info@agripunica.it
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