Tutto inizia intorno al 1860 quando Pasquale Visocchi, agronomo e industriale della Ciociaria, decide di impiantare in Val Comino i vitigni internazionali che facevano grande la Francia vinicola. Non a caso, ma supportato dai suoi studi agronomici che gli facevano intravvedere in quest’area a ridosso dell’Appennino abruzzese le condizioni ideali perché, anche nel Lazio, quelle bacche potessero guadagnarsi un’identità. E creare vini di terroir il cui protagonista sarebbe stato il Cabernet, Franc e Sauvignon. È facendo un salto lungo più di un secolo che arriviamo alla nascita di una Doc poco nota, quella dell’Atina Cabernet, riconosciuta nel 1990 e poi modificata nel 2011. Negli oltre undicimila ettari che delimitano la denominazione, già presidiati da alcune cantine storiche, l’ultimo decennio ha visto emergere nuove realtà. Tenuta Petra Potens è una di queste, giovane e volenterosa come il suo fondatore.
Ciro Calabrese ha 32 anni e il suo viso e le sue parole rivelano tutto l’entusiasmo di chi si è messo in gioco per creare qualcosa di bello, di buono e possibilmente di grande. Originario del Cilento, non porta avanti la tradizione vinicola di famiglia e tantomeno il vigneto che difatti è pure lui giovane. Ma con in tasca la laurea in agraria e in enologia nel 2003 ha dato forma ai suoi progetti di imprenditore e di uomo che nella natura incontaminata della Val Comino combaciano alla perfezione.“Petra come la maestosa roccia affiorante che domina il mio vigneto, Potens come Virgilio definì Atina nell’Eneide”. Così Calabrese spiega le ragioni del nome dato a questa azienda orientata al biologico messa su alle pendici del Parco Nazionale d’Abruzzo, tra colline vocate alla viticoltura di qualità a 480 metri sopra il livello del mare. Parliamo di terre rosse, ciottolose e tendenzialmente argillose che dopo profonda ripuntatura e concimazione hanno finalmente visto nel gennaio del 2007 l’impianto delle barbatelle di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. È nato quindi un vigneto a corpo unico di 15 ettari allevato a cordone speronato basso come vuole la tradizione locale, con 5mila ceppi per ettaro e pochi grappoli per pianta. Oggi, al terzo anno produttivo, Petra Potens fa i suoi vini da circa la metà delle uve raccolte (l’altra metà è venduta al momento della vendemmia).
La volta celeste e il suo legame con i ritmi della vita rurale, hanno ispirato la linea Triangolo Estivo: due Cabernet Atina Doc maturati in rovere francese (Altair e Altair Riserva), Deneb Merlot rosato, Vega Malvasia Puntinata e Deneb Cabernet Atina Doc maturato in acciaio. È proprio lui a raccontare nel modo più schietto il carattere del Cabernet Atina secondo Ciro Calabrese. Nei 2 ettari di un appezzamento esposto a Sud a garanzia della freschezza e dei profumi di gioventù, nasce Deneb Atina Cabernet da vendemmia manuale effettuata nella prima decade di ottobre. Sessanta quintali d’uva in totale confluiscono in un uvaggio composto per il 75% da Cabernet Sauvignon, per il 15% da Merlot e per il 10% da Cabernet Franc. Dopo la diraspatura e la pigiatura la vinificazione parte con la fermentazione a temperatura controllata per circa una settimana con ripetuti rimontaggi. Svinatura prima del termine della fermentazione alcolica, quindi malolattica. Dopo 7 mesi di sosta in acciaio Deneb affina 6 mesi in bottiglia. Sul mercato vanno 6.000 bottiglie a un prezzo intorno agli 8 euro. Deneb Atina Cabernet Doc 2011 si presenta con un rubino vivo di buona concentrazione che al centro ancora ricorda il porpora. I profumi sono intensi e fragranti di piccoli frutti rossi, su tutti il ribes nero, con spiccate note vegetali e di sottobosco. Il carattere giovane di un vino appena pronto emerge in bocca con una freschezza prorompente e tannini che se oggi sono lievemente verdi già anticipano la loro eleganza e pulizia. Il sorso, un po’ parco in sapidità, è corposo e dopo un richiamo vegetale si prolunga a sorpresa con il piacevole ritorno del fruttato. Oggi ottimo compagno di succulenti primi autunnali.