Ogni storia associata ad un vino racchiude un fascino inspiegabile a volte difficile anche da raccontare a parole. Ma è la passione che ci guida a poter condividere e raccontare esperienze indimenticabili di viaggi su strade dalla vista mozzafiato e di persone che non si dimenticheranno mai. Nelle Adelaide Hills, come capita spesso sopratutto in queste giornate di Primavera rinfrescate dal vento ancora freddo e riscaldate da un sole accecante, si nascondono tra le selve piccoli villaggi dove il tempo sembra trascorrere lentamente e le vigne si alternano ai frutteti. Il piccolo distretto di Ashton, fondata nel 1868, a venti minuti da Adelaide, sponda Nord Ovest della regione vinicola di Adelaide Hills, deve la sua fama non solo alla buonissima produzione di mele e pere, ma all’importanza di una particolare vigna e del suo winemaker che da anni realizza vini unici ed un Pinot Nero di rara eleganza: Stephen George di Ashton Hills Vineyard. La sua vita è stata dedicata sopratutto alla produzione di vini tra i più importanti del Sud Australia, la vigna di 3 ettari fu piantata appena agli inizi degli anni ‘80 su un terreno prima dedicato alla produzione di vegetali. Sin dai primi anni la dedizione alla coltivazione del Pinot Nero convinse Stephen a propagare tra i filari della vigna diverse tipologie di cloni, non solo per incrementare la produzione, ma sopratutto per dare maggiore unicità a un vino che anno dopo anno cresceva in struttura ed eleganza. Dall’aspetto incantevole e dalla tranquillità che circonda la piccola proprietà, all’ombra del “grande” Mount Lofty (725 metri), Stephen passa giornate nella sua vigna a controllare che tutto sia in regola, curando in modo scrupoloso ogni pianta e ciascun filare; insomma dedicando molto tempo al suo hobby preferito. I suoi metodi di allevamento e vinificazione sono abbastanza semplici, come lui li definisce, occupandosi di ogni fase della lavorazione, dalla potatura all’etichettatura della bottiglia, grazie all’aiuto indispensabile di qualche fellow (amico).
Vasche di acciaio, un piccolo torchio e botti di legno francese che cambiano a seconda delle annate, questi gli strumenti base con i quali Stephen George produce anno dopo anno Pinot Nero di qualità. Un unico metodo di vinificazione e tre tipologie di Pinot Nero. Il primo, giovane e immediato, chiamato Piccadilly Valley, è un vino prodotto e assemblato con altre uve Pinot Nero provenienti da vigneti confinanti o nelle vicinanze del distretto, sempre comunque dalla sottozona Piccadilly Valley, famosa per la produzione di Chardonnay e Pinot Nero, perché una tra le più fredde di tutta l’Australia. Le caratteristiche di questo vino sono esaltate dalle fresche note fruttate seguite da una leggera complessità che accompagna un palato abbastanza pieno, leggermente tannico e fine. Un prodotto che ha raccolto molto successo attorno a sé per le sue caratteristiche sincere e rappresentative del territorio. Il secondo Pinot Nero è chiamato Estate, in quanto le uve provengono dal vigneto di proprietà e da cloni selezionati. Un vino di secondo livello che in alcuni anni ha fatto le veci del fratello maggiore, la versione Reserve, per colpa di millesimi non troppo eccezionali. La versione Estate possiede ovviamente una marcia in più rispetto al Piccadilly Valley, un bouquet molto più marcato ed intenso, con note fruttate più complesse, accompagnato da sentori floreali e cenni terrosi. La maturazione si svolge nelle barrique usate per la Riserva e il palato rivela grande freschezza ed una struttura molto espressiva e concentrata. Poi si passa al terzo vino, il più importante per esecuzione e fattura, ma anche per le sue doti di longevità. Nell’annata 2012 ha raggiunto l’apice del suo stile, forse migliore della 2010 considerata eccellente per questo vino, dimenticando le difficoltà del millesimo 2011. Come la descrive il winemaker la 2012 è stata un’annata trouble free (senza difficoltà), dove la qualità dell’uva ha determinato lo stile del vino, profumi concentrati e palato sofisticato. Oggi però è ancora troppo giovane, si raccomanda di pazientare almeno 3 anni prima di berlo: ovviamente è solo un consiglio!