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Il vino nelle religioni
Pubblicato il 20/02/2015
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Il vino è una bevanda, ma non è soltanto una bevanda che spegne la sete, il vino è qualcosa di più: è anche la bevanda della gioia, della vita e della festa. Nella storia ritroveremo sempre il vino legato alle religioni, dal passato ad oggi, ma con significati e simbolismi diversi. Le tre principali religioni monoteiste di oggi: Cristianesimo, Ebraismo e Islam non concordano infatti sul significato del vino. Per le prime due è di fondamentale importanza, mentre per la terza è un tabù da evitare

Nell'Antico Testamento il vino era considerato il simbolo di tutti i doni provenienti da Dio, era la bevanda della vita che sa donare consolazione e gioia e sa curare la sofferenza dell'uomo. Per questo motivo nei banchetti non poteva mai mancare il calice del vino e con esso si pronunciava poi una preghiera di ringraziamento a Dio. Il vino ricopre quindi un’importanza prestigiosa nella religione ebraica: nell’Antico Testamento appunto troviamo molte testimonianze relative alla distribuzione della viticoltura nelle terre confinanti di Giuda e di Israele. Il racconto dell’origine della viticolture è presente già nel Libro della Genesi, che ci mostra  la diffusione della viticoltura in Egitto durante l’esilio degli Israeliti. Anche gli uomini spediti da Mosè, su ordine di Dio, col compito di esplorare Canaan, tagliano un ramo di vite con sopra un grappolo d’uva e lo riportano agli Israeliti, accompagnato dal melograno e dai fichi. Uno dei simboli preferiti del popolo d’Israele nell’Antico Testamento sono appunto proprio la vite e il vigneto. Il mito dice che sarebbe stato Noè  il primo uomo  a piantare la vite: “Bevve  del vino, si ubriacò e si scoprì dentro la tenda” (Gen. 9,20). Il vino, preferibilmente rosso, assume poi particolare rilevanza per la celebrazione del sabato ebraico (o shabbat). Nella Bibbia i riferimenti al vino e alla vite sono davvero numerosissimi: in un altro passo ad esempio, Dio definisce il popolo eletto, ovvero quello ebraico, come i tralci di una vite.

Anche nel Cristianesimo il vino è di fondamentale importanza, soprattutto nel rito sacro della messa, durante la benedizione, in cui si ricorda proprio l'ultima cena di Gesù. Qui il vino assume un ruolo unico, in quanto esso diventa il sangue di Cristo ed il pane il corpo di Cristo. Il vino inoltre viene identificato dai cristiani come "bevanda di salvezza". L’importanza di questa bevanda per la religione Cristiana è dimostrato dal fatto che il termine “vino” compare ben 224 volte nella Bibbia.

Nell’Islam invece, a differenza delle precedenti due grandi religioni monoteistiche, il vino è considerato come qualcosa da evitare assolutamente. Infatti il vino, come tutte le bevande alcoliche, porta uno stato di ebbrezza che allontana il fedele dal suo rapporto con Dio. Il fedele musulmano, secondo il Corano, recita preghiere a ore ben precise e il vino, bevanda impura, oltre che distrarlo da questi obblighi, lo renderebbe anche una persona impura, non più in grado di presentarsi al cospetto di Allah.

Con queste lunghissime radici, la cultura del vino non poteva perdere  d’importanza  con il passare dei secoli. Anche  nella nostra epoca  il vino continua  a rappresentare qualcosa di speciale, non paragonabile a nessun'altra bevanda. Brindare  infatti con coca cola, aranciata o acqua è un vero tabù, qualcosa che porta male, che non conferisce alcuna sacralità o solennità all'avvenimento. Si brinda solo con vino o spumante, e preferibilmente di ottima qualità.

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