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La Signora della Malvasia
Pubblicato il 12/02/2016
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Ci sono tre storie da raccontare in quest’articolo: quella dell’isola di Vulcano; quella della Malvasia delle Lipari; e quella di Paola Lantieri.

Le loro strade, per quanto diverse, si sono unite nel 2003 formando quel legame tra persona e territorio capace di trasformare in vini emozionanti la forza di un terreno, l’espressione di un vitigno e la tenacia di una donna.

Vulcano e Lipari sono divisi da seicento metri di mare; leggenda narra che fu San Bartolomeo Apostolo, patrono delle isole Eolie a separarli con un lungo coltello, affinché Lipari fosse messa al riparo dalle roventi fiamme dell’isola vulcanica, formata da più coni eruttivi tra loro riuniti, alcuni estinti, altri inattivi.

Il suolo acido, composto prevalentemente da sabbia e rocce vulcaniche, rimane asciutto per gran parte dell’estate; le poche piogge, con 500 mm annui, si concentrano in autunno e in inverno, esponendo a maggior siccità i vigneti in agosto e settembre, senza alcuna irrigazione di soccorso. 

Fino agli anni ’70 l’isola era interamente coltivata, ricca di frutta, uva e frumento.

La Malvasia era in tutte le case, essendo prodotto del filare di famiglia; esattamente come capperi, pomodori e fichi. Fu il boom economico a cambiare il volto di siffatta realtà, con l’emigrazione dei suoi abitanti verso il continente; lentamente Vulcano si trasformò in meta turistica per escursionisti interessati solo a raggiungere il gran cratere, mentre il resto pian piano svaniva; un luogo talmente ameno che tutto dipende ancora dalla terra ferma: acqua e generi alimentari sono “importati” e i pochi abitanti, vivono di pesca e agricoltura.


Furono i ricordi del passato a muovere Paola Lantieri dalla terra ferma a Vulcano, impresa non certo semplice; le difficoltà burocratiche e logistiche, unite all’iniziale inesperienza, richiesero notevoli sforzi, contando inoltre solo sull’aiuto dei suoi due figli.

L’impianto ex novo dei vigneti, che occupano una superficie totale di cinque ettari, è avvenuto in due fasi, una nel 2003, l’altra nel 2005; la prima vendemmia uscì l’anno seguente con una produzione esigua di bottiglie.

Paola sin da subito ha manifestato la volontà d’intervenire minimamente, in cantina e in vigna, col fine di produrre vino che fosse concreta espressione dell’isola; assumersi la responsabilità di andare contro il gusto omologante internazionale, per non tradire la qualità del suo terroir, è stato forse il suo punto di forza, consentendole di raggiungere in tempi brevi livelli qualitativi degni di nota.

Il Passito 2011 - Isola di Vulcano è di un bel colore dorato a tratti ambrato. Il naso, complesso, porta la mente tra frutta secca, mandorle, canditi, albicocca, fiori di zagara e miele che sono solo l’overture di sensazioni più dure e sapide appartenenti a quell’isola fatta di capperi, sale e di brezza marina. La bocca custodisce equilibrio, dove morbidezza e zuccheri sono precisamente bilanciati da sapidità e freschezza, finché ogni sensazione si perpetua nel tempo.

Il 2014 ha visto nascere la Malvasia vinificata in secco, che Paola timidamente ha presentato con l’umiltà di chi sa di aver fatto per la prima volta qualcosa di diverso, con risultati da subito soddisfacenti.

Il vino apre con aria primaverile fatta di rose, fiori di arancio, agrumi e macchia mediterranea, scaldandosi poi su sensazioni dolci. La bocca è piacevole, fresca, persistente e fruttata; ideale da bere in una calda estate, quando il sole scalda la faccia mentre si sta li, a fissare il mare.

 

Azienda Agricola di Paola Lantieri
Contrada Gelso Vulcano
98050 Lipari (ME)
Tel. +39 336 712905
email: info@malvasiavulcano.com
 

 

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