Se penso ad Ischia subito ritornano alla mente quei pezzi di mosaico che la compongono, fatti di mare, dirupi scoscesi, borghi colorati e scorci di rocce miste a vegetazione; isola sede di un’industria artigianale radicata qui, da sempre, sono cresciute vigne che si affacciano sulle acque del Tirreno, coccolate dal sole e dal vento e al contempo scaldate dalle rocce vulcaniche, scure e ricche di zolfo. La storia ampelografica di questa terra ha origini che si spingono nei secoli avanti Cristo, in età ellenistica, dove testimonianze concernenti il commercio di vino sono state ritrovate su diversi reperti.
La coppa di Nestore, rinvenuta nella necropoli di San Montano, costituisce uno degli esempi più antichi di scrittura greca a noi giunto e rappresenta il primo frammento noto di poesia conservato nella sua stesura originale, contemporanea a quella del celebre poema epico attribuito ad Omero, l’iscrizione incisa riporta le seguenti parole:
«Io sono la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona»
Non è certo se questa sia stata o no la famosa coppa di Nestore, eroe mitologico greco le cui gesta sono raccontate nell’Iliade e nell’Odissea, ma rappresenta oggi per gli isolani quel legame indissolubile tra storia e viticultura, divenendo simbolo della denominazione Ischia e delle strade del vino.
In uno scenario in cui operano pochi viticoltori, in questo articolo illustrerò l’azienda Cantina Mazzella, fondata nel 1940 da Nicola Mazzella ed ampliata dal figlio Antonio.
Accedere alle vigne di proprietà, che si trovano sul versante sud dell’isola a un’altezza di 150 metri, con affaccio diretto sul mare è quasi impossibile; ripidi e stretti sentieri sono percorribili solamente a piedi e questa condizione incide non poco sulle tecniche agronomiche; raccolta, torchiatura e pigiatura sono manuali, il mosto è portato in antiche cantine rocciose per essere poi trasportato via mare presso il comune di Campagnano, dove ha sede la cantina.
L’azienda, tendenzialmente bianchista, produce in percentuale maggiore Biancolella e Forastera, lasciando spazio al Piedirosso che in loco si chiama ‘Pere ‘e palumm’.
La Forastera è un vino che vede nella freschezza il suo lato dominante; un olfatto agrumato, seguito da pera e mela verde termina su tocchi erbacei, aprendo a una bocca altrettanto rinfrescante, sapida e persistente.
Più delicata, alternata tra fiori e agrumi, confetto e marshmallow è Vigna del Lume, Biancolella in purezza, riconoscibile per la sua eleganza, che non stona mai mostrando caratteri predominanti e che lascia un’esperienza croccante.
A chiudere le fila di questa degustazione c’è Villa Campagnano, blend in pari proporzioni di Biancolella e Forestera. Il risultato è un vino corposo, fatto di struttura e acidità, dai sapori meno floreali e più severi, erbacei di macchia mediterranea. Il sorso rimane nitido, fresco e persistente.
Cantina Mazzella
Via Campagnano, 2
80077 - Isola d’Ischia
Tel. 081 901541
ischiavini@ischiavini.it
www.ischiavini.it