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Quelle vigne dal finestrino
Pubblicato il 20/05/2016
Fotografia

Quando ero adolescente, pendolavo con il treno da Ciampino verso Albano Laziale per andare alle scuole secondarie; per anni i paesaggi che scorgevo dal finestrino mi hanno tenuto compagnia mentre ripassavo per le interrogazioni; quante volte osservando quei vigneti mi concedevo qualche secondo di pausa mentre in testa c’era, secondo l’anno, Omero, Catone o Leopardi cui pensare.

Mai avrei immaginato però che quindici anni dopo avrei passeggiato per quei filari, guardandoli con altri occhi, quelli di un appassionato, per carpire il lavoro dei vignaioli, le fatiche degli imprenditori, ma soprattutto il frutto di quelle piante.

Le vigne di Castel de Paolis si trovano immediatamente fuori dalla città di Ciampino, all’interno di un’oasi appartata, dove transita solamente una piccola strada e la vecchia ferrovia. La distesa di vigneti è dominata dal casale, situato nella parte alta della collina; la conca che si viene a formare tra i monti dei castelli e la piana sottostante è luogo ideale per la formazione di nebbie mattutine.

Giulio Santarelli ebbe grande intuito a voler iniziare qui un’attività vinicola; giunto al termine della sua carriera politica, assieme ad Attilio Scienza studiò su come migliorare e puntare su una produzione di qualità nell’areale dei Castelli Romani. L’abbandono del tendone per un sistema di allevamento a spalliera fu il primo passo, seguito poi dalla conservazione delle cultivar locali affiancata all'inserimento di alcuni vitigni internazionali.

I terreni di origine vulcanica sono composti di lahar (uno strato di fango, acqua e cenere), pozzolane e peperino; hanno la caratteristica di essere fertili e ricchi di nutrienti e minerali.

Il lavoro sinergico tra territorio e uomo ha portato Castel de Paolis verso una produzione di rilievo, traino per molti altri viticoltori, alzando notevolmente il livello qualitativo di un’intera zona.

Il Muffa Nobile è il vino che più lascia senza fiato; come il nome lascia intendere la botrite è il regalo più generoso che il terroir possa offrire alle vigne di Sémillon, Sauvignon e Moscato Giallo. L’ultima annata disponibile è stata la 2013, nel 2014 un tempo più meschino non ha consentito la produzione di questo vino che generalmente manifesta, a seguito di un colore ambrato, forti sentori di albicocca secca, scorza d’arancia e frutta secca delicatamente poggiati su fondo salmastro. Il sorso è altrettanto corposo ed equilibrato, mostrando un certo rigore che passa tra freschezza e tocco amaricante.

Il Frascati Superiore - blend di Malvasia Puntinata per il 70%, Trebbiano Giallo, Bombino e Bellone - ha uno scheletro caratteristico che poco sente l’influenza delle annate: forti componenti agrumate sono attenuate da cadenze erbacee e minerali; la bocca sapida e persistente scoda con lunga freschezza.

I Quattro Mori è l’ambasciatore dei rossi. Qui vitigni internazionali come Syrah, Cabernet, Merlot e Petit Verdot, si manifestano in un calice rubino delicato, fragranze mentolate cinte da frutta rossa matura, spezie e rimandi vegetali. Il sorso è pieno, strutturato e coerente con il naso; la persistenza vince facilmente con i continui ritorni retro-olfattivi.

 

Castel de Paolis
Via Val de Paolis
00040, Grottaferrata – Roma
Tel. 06 9413648
www.casteldepaolis.it

 

 

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