Il gruppo Paladin si è affermato come importante realtà del panorama viticolo italiano, con possedimenti in Veneto, Lombardia e Toscana.
Paladin e Bosco del Merlo sono le due cantine al confine fra Veneto e Friuli da cui è cominciato tutto, poi si sono aggiunte la Premiata Fattoria di Castelvecchi a Radda in Chianti e il Castello Bonomi a Coccaglio, in Franciacorta.
Casa Paladin è il nome di un progetto in cui il rispetto del territorio e la voglia di produrre vini estremamente riconoscibili siano le fondamenta sulle quali costruire un triangolo d'eccellenza.
“Quattro le pietre angolari della qualità”: dal Caranto, tipico del sottosuolo veneto-friulano, al Galestro dell'areale chiantigiano, passando per il fondo gessoso-calcareo della Franciacorta e in particolare per quello sassoso del Monte Orfano. Terreni sostanzialmente diversi, con caratteristiche uniche, che marcano profondamente i vini con la loro impronta minerale. Lo stile della Maison, infatti, è votato alla ricerca di grandi freschezze e di una solida mineralità, che siano il più possibile verticali ed affilate, nitide.
Questo perché il vino, secondo Lucia Paladin, l'anima femminile del gruppo, è prima di tutto emozione e solo attraverso l'intensità, il profumo e l'acidità, i vini possono risultare coinvolgenti, sorprendenti, eleganti e quindi emozionanti.
Per i vini di Castello Bonomi ciò si traduce in Franciacorta di grande profondità, a volte severi, con dosaggi bassissimi o assenti, dominati da una grande sapidità e da una spalla acida di infinita persistenza, con profumi che vanno dall'agrumato al salmastro, fino a note di ostrica e capperi. Emergono tutte le peculiarità di un terroir molto diverso dal resto della Franciacorta, interpretato con grande intelligenza.
Con la Fattoria di Castelvecchi il lavoro non è diverso, si premia l'integrità delle durezze e si dà modo al vino di essere longevo: in un vigneto a forma di cuore, posto a 560 metri s.l.m, vengono allevate le viti da Sangiovese per il Chianti Classico Capotondo, un vino che sa unire la fragranza dei suoi profumi fruttati ad un'adeguata dose di morbidezza e struttura.
Un patrimonio storico importante quello di Radda in Chianti, con una cantina risalente al 1043 e un vecchissimo apparato radicale delle viti (si dice sia di circa mille anni). Dai vigneti posti su questi terreni, nascono il Chianti Classico Riserva Lodolaio e il Chianti Classico Gran Selezione Madonnino della Pieve, quest'ultimo prodotto solo nelle annate migliori, da uve raccolte a mano e macerate per 40 giorni, affinato per ben 42 mesi, di cui 24 in legno. Straordinario nei suoi profumi di frutti rossi, erbe aromatiche, spezie e radici su uno sfondo minerale, grafitoso, scuro.
Sulle colline di Radda viene effettuata la selezione massale delle viti, fondamentale per ottenere piante che siano intimamente legate al territorio e che possano quindi dar vita a vini sempre più distinguibili dagli altri. Inoltre, anche in cantina si lavora affinché il vino mantenga delle caratteristiche uniche: le fecce nobili vengono selezionate, conservate e mantenute vive, attive, pronte per essere riutilizzate – in base alla loro qualità – per i nuovi vini. In questo modo l'azienda risparmia migliaia di Euro sull'acquisto di lieviti selezionati e sa con precisione il risultato finale che andrà a ottenere, potendo così dare ai suoi vini un'ulteriore dote di riconoscibilità.
Ma Casa Paladin è soprattutto viticoltura ragionata, basata su tre fasi fondamentali: la prima è quella della precision farming pianta per pianta, grazie alla quale – tramite l'ausilio di un sistema di mappatura gps – si possono concimare, con concime grezzo, solo le piante che effettivamente ne hanno bisogno; la seconda si avvale invece di un sistema di controllo della filiera produttiva in modo da ridurre sensibilmente l'utilizzo di anidride solforosa, lavorando quindi in ambienti inerti, iper-ridotti e a basse temperature; la terza fase è relativa, infine, all'impronta carbonica, cioè al controllo delle emissioni di CO2 e del suo assorbimento da parte della vegetazione.
Proprio grazie all'impronta carbonica si è potuto scoprire che un'azienda particolarmente attenta alle emissioni non ha solo un minor impatto sull'ambiente, ma è addirittura in grado di contribuire alla sua salubrità: la vigna cioè, se è ben gestita, si comporta come una sorte di polmone verde e riesce ad assorbire non solo l'anidride carbonica prodotta dall'azienda stessa, ma anche quella già naturalmente presente in eccesso.
In vigna, poi, grande attenzione è riservata al terreno e alla sua vita organica e microbiologica, che deve sempre essere garantita ed autosufficiente: stop quindi ai prodotti di sintesi che possano danneggiare il delicato ecosistema del sottosuolo e via libera all'inerbimento.
L'erba viene tagliata solo quando serve e quando non c'è pericolo che i microrganismi dannosi per la vite passino, dall'erba alla vite stessa, proprio a causa dello sfalcio.
Casa Paladin si distingue per un'impostazione cooperativa fra le sue varie anime, tutte legate da un fil rouge di attenzione all'ambiente e al territorio, da un uso attento e cum grano salis di pratiche e tecniche innovative e da una costante ricerca della qualità, con uno stile ben definito e personale, che non insegue le mode del momento o le strane richieste del mercato.
Chi decidesse di trascorrere le sue vacanze fra degustazioni di prodotti tipici e Chianti a fiumi, può farlo alloggiando nel meraviglioso relais di proprietà dei Paladin, immerso nella campagna toscana, e deliziandosi della splendida accoglienza riservata agli ospiti del Borgo di Vèscine.
Stessa accoglienza la si può trovare ovunque la famiglia Paladin abbia deciso di essere presente: che sia allo stand del Vinitaly o in una delle loro bellissime quattro aziende, Lucia, Carlo e Roberto - aiutati da Erika, Francesca, Diego, Alessandra e da tutti coloro che fanno parte di questo grande gruppo - sono pronti a farti sentire a casa, con un sorriso sulle labbra e un calice sempre pieno. Perché Casa Paladin è davvero la casa di tutti gli appassionati.
www.paladin.it
www.castellobonomi.it