Cantine del Notaio, il mio racconto
Gerardo Giuratrabocchetti e i suoi ricordi, i suoi inizi, le prime emozioni trasmessegli dal nonno, quand'era ancora piccolissimo, e da suo padre in seguito. Una bella storia.
Pubblicato il 27/02/2017
Il mio racconto comincia così: avevo circa 7 anni ed ancora me lo ricordo vivo quello sguardo duro e penetrante di mio Nonno che mi chiedeva: “come ti chiami?” ed io che, con un filo di voce, per il timore riverenziale che quell’uomo, soldato, emigrante e contadino, mi imponeva, rispondevo: “Gerardo!”
Solo in quel momento vedevo i suoi occhi farsi lucidi, ma felici e, prendendomi per mano, ricordo che mi diceva: “ti chiami come me e solo a te lascerò la mia vigna!”
Solo in quel momento vedevo i suoi occhi farsi lucidi, ma felici e, prendendomi per mano, ricordo che mi diceva: “ti chiami come me e solo a te lascerò la mia vigna!”
Dopo tanti anni, quarantenne, dopo una vita spesa a fare ricerca e a migliorare un mondo non meno affascinante quale quello degli animali allevati, il 5 ottobre 1998, in occasione del mio compleanno, decisi, con mia moglie Marcella, di ricominciare una nuova vita, partendo proprio da quella vigna facendo nascere così le Cantine del Notaio, in omaggio a mio padre, Notaio.
La mia storia è perciò fatta di una grande passione che è quella che accomuna me a tanti produttori agricoli tutti mossi dalla voglia inesauribile di valorizzare la propria terra e quel bagaglio di ricordi ed emozioni che i nostri genitori ci hanno lasciato.
Come molti avrei potuto cercare fortuna, realizzazione e forse successo in giro per il Nord Italia o l’estero come è successo per tanti familiari ed amici d’infanzia.
Invece, abbiamo pensato di valorizzare un territorio, il nostro territorio: il Vulture e un vitigno: l’Aglianico del Vulture.
Il Vulture è un vulcano nato circa 700.000 anni fa che ha compiuto la sua ultima eruzione circa 133.000 anni fa. Fu un’azione prevalentemente esplosiva che generò ceneri abbondanti che, a terra, diventarono uno strato di “tufo”, una roccia porosa, una vera e propria spugna che assorbe l’acqua d’inverno e la cede in estate.
I contadini, con la loro saggezza, dicono in modo semplice, ma efficace, diremmo anche poetico, che: il tufo allatta la pianta, cioè la Madre terra, d’estate, quando la stagione si fa siccitosa, non abbandona le sue “figlie” (le viti), ma le allatta, dissetandole dal basso.
Questo fatto, unito ad un microclima particolare, con salti termici tra il giorno e la notte veramente importanti, fa sì che l’uva maturi in modo unico e straordinario.
Infatti, il vitigno Aglianico, pur coltivato in altre zone meridionali, in questo magico territorio diventa: l’Aglianico del Vulture a sottolinearne la sua unicità e particolarità.
La mia storia è perciò fatta di una grande passione che è quella che accomuna me a tanti produttori agricoli tutti mossi dalla voglia inesauribile di valorizzare la propria terra e quel bagaglio di ricordi ed emozioni che i nostri genitori ci hanno lasciato.
Come molti avrei potuto cercare fortuna, realizzazione e forse successo in giro per il Nord Italia o l’estero come è successo per tanti familiari ed amici d’infanzia.
Invece, abbiamo pensato di valorizzare un territorio, il nostro territorio: il Vulture e un vitigno: l’Aglianico del Vulture.
Il Vulture è un vulcano nato circa 700.000 anni fa che ha compiuto la sua ultima eruzione circa 133.000 anni fa. Fu un’azione prevalentemente esplosiva che generò ceneri abbondanti che, a terra, diventarono uno strato di “tufo”, una roccia porosa, una vera e propria spugna che assorbe l’acqua d’inverno e la cede in estate.
I contadini, con la loro saggezza, dicono in modo semplice, ma efficace, diremmo anche poetico, che: il tufo allatta la pianta, cioè la Madre terra, d’estate, quando la stagione si fa siccitosa, non abbandona le sue “figlie” (le viti), ma le allatta, dissetandole dal basso.
Questo fatto, unito ad un microclima particolare, con salti termici tra il giorno e la notte veramente importanti, fa sì che l’uva maturi in modo unico e straordinario.
Infatti, il vitigno Aglianico, pur coltivato in altre zone meridionali, in questo magico territorio diventa: l’Aglianico del Vulture a sottolinearne la sua unicità e particolarità.
L’Aglianico del Vulture è così un vitigno differente da tutti gli altri coltivati in Italia e nel mondo. È, infatti, il più tardivo nella raccolta(che si completa a novembre!) e dà vini caratterizzati da una grande corposità,ricchi in sostanze antiossidanti, unici per pienezza e longevità.
Cantine del Notaio, con i suoi 30 ettari, nelle contrade più famose del Vulture, coltiva con rigore e passione i suoi vigneti di Aglianico del Vulture da cui nascono vini apprezzati in tutto il mondo, così come testimoniato dai concorsi nazionali ed esteri e dalle testate giornalistiche più affermate.
I vini vengono affinati per anni in botti sistemate all’interno di grotte scavate a mano, prima del 1600, dai Padri Francescani. C’è un percorso sotterraneo suggestivo, rappresentato da un dedalo di grotte sotterranee che percorrono il paese, Rionero in Vulture, in lungo e in largo, offrendo ai visitatori un’emozione davvero unica che lascia ricordi indelebili.
Cantine del Notaio produce vini a base di Aglianico del Vulture che viene declinato in tante diverse varianti, dallo spumante metodo classico (La Stipula), ai vini bianchi (Il Preliminare e La Parcella), al roSsato (Il Rogito, non un vero rosato, ma un roSsato!), ai rossi fermi (L’Atto, Il Repertorio, La Firma e il Sigillo), ad un rosso frizzante (Il Protesto), tipico della tradizione del Vulture.
Vini particolari che possono accompagnare in maniera perfetta i cibi della tradizione lucana come quella italiana più in generale.
Cantine del Notaio, con i suoi 30 ettari, nelle contrade più famose del Vulture, coltiva con rigore e passione i suoi vigneti di Aglianico del Vulture da cui nascono vini apprezzati in tutto il mondo, così come testimoniato dai concorsi nazionali ed esteri e dalle testate giornalistiche più affermate.
I vini vengono affinati per anni in botti sistemate all’interno di grotte scavate a mano, prima del 1600, dai Padri Francescani. C’è un percorso sotterraneo suggestivo, rappresentato da un dedalo di grotte sotterranee che percorrono il paese, Rionero in Vulture, in lungo e in largo, offrendo ai visitatori un’emozione davvero unica che lascia ricordi indelebili.
Cantine del Notaio produce vini a base di Aglianico del Vulture che viene declinato in tante diverse varianti, dallo spumante metodo classico (La Stipula), ai vini bianchi (Il Preliminare e La Parcella), al roSsato (Il Rogito, non un vero rosato, ma un roSsato!), ai rossi fermi (L’Atto, Il Repertorio, La Firma e il Sigillo), ad un rosso frizzante (Il Protesto), tipico della tradizione del Vulture.
Vini particolari che possono accompagnare in maniera perfetta i cibi della tradizione lucana come quella italiana più in generale.
CANTINE DEL NOTAIO
Via Roma, 159
85028 Rionero in Vulture PZ
Tel. 0972 723689
Fax 0972 725435
info@cantinedelnotaio.it
www.cantinedelnotaio.com
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