Chef senza riflettori
Prende il via una nuova rubrica dedicata a quei cuochi forse meno in vista di altri, diventati ormai personaggi di spettacolo più che cucinieri. Vogliamo dare spazio proprio a quelli che lavorano in silenzio, sostenuti unicamente dalla loro passione.
Pubblicato il 28/02/2017
Premessa
Ci sono ristoranti, o per meglio dire cuochi, di cui si sente sempre parlare e sono costantemente sotto i riflettori; i loro nomi e le loro performance, così come le foto dei loro piatti, circolano su internet e raggiungono l'immenso pubblico che passa la giornata davanti a tastiere e video. Ci sono cuochi che diventano opinion leader, altri ospiti fissi di trasmissioni televisive, altri ancora addirittura conduttori. Ma, lasciatecelo dire, c'è un popolo assai più vasto di cuochi che da molti anni lavora – e molto bene – in silenzio, forti di un amore e di una passione che li sostiene, spesso nonostante magri incassi e mille difficoltà, a volte confortati e appagati “solo” dalle parole di apprezzamento dei clienti. “Siamo stati bene. Grazie.” Di posti così ce ne sono migliaia lungo tutta la Penisola, più di quanto sia possibile immaginare, e noi ve li vogliamo raccontare, a modo nostro.
I Sette Consoli
C'era una volta un bancario appassionato di vino e c'era una volta una casalinga. Un bel giorno decisero di cambiare vita e aprire un ristorante in quel di Orvieto, I Sette Consoli. Da allora sono trascorsi 25 anni; Mauro Stopponi e Anna Rita Simoncini, protagonisti della nostra storia, lui in sala e lei ai fornelli, oggi hanno forse qualche chilo in più, qualche filo argenteo fra i capelli, tre figli – di cui le prime due, Chiara e Serena, sono già nell'attività di famiglia –, ma sono sempre al loro posto, con il sorriso, con il cuore, con l’entusiasmo della prima ora e la massima disponibilità nei confronti del cliente.
E questo malgrado la nota cittadina risenta purtroppo di una forte crisi, ulteriormente aggravata negli ultimi tempi dalla psicosi del terremoto, che oltretutto qui non si è sentito affatto!, ma anche dalla miopia dell'amministrazione comunale che certo non favorisce chi lavora con coscienza e sacrificio, a partire dalla problematica e dai costi del parcheggio pubblico.
E questo malgrado la nota cittadina risenta purtroppo di una forte crisi, ulteriormente aggravata negli ultimi tempi dalla psicosi del terremoto, che oltretutto qui non si è sentito affatto!, ma anche dalla miopia dell'amministrazione comunale che certo non favorisce chi lavora con coscienza e sacrificio, a partire dalla problematica e dai costi del parcheggio pubblico.
Noi però vi consigliamo caldamente di non lasciarvi influenzare, di programmare con lo spirito giusto una bella gita, percorrere quella manciata di chilometri dal casello dell'A1 e andarci, per respirare un'atmosfera rilassata, approfittare dei garbati consigli di Mauro, instancabile ricercatore e assaggiatore di vini e prodotti, lasciarvi coccolare dalle premure di un servizio presente e mai invadente, ma soprattutto per godere dell'ottima cucina di Anna Rita, autodidatta dalle mani d'oro. Non c'è un solo piatto sbagliato, nessuna voglia di stupire a tutti i costi; la semplicità (che qui, attenzione, non è sinonimo di banalità!), l'equilibrio e la stupefacente pulizia dei sapori contraddistinguono ogni singolo boccone, che si tratti dell'inarrivabile piccione, di cottura praticamente perfetta, o dell'elegante “variazione d'anatra”, scaloppa di foie gras compresa, magari passando per un ghiotto fritto di agnello, animelle e carciofi, croccante e asciutto, a regola d'arte. Altrimenti, il sorprendente risotto alle lumache, erbe di campo e aglio nero, piatto ad altissimo tasso di soddisfazione. Impossibile, poi, non citare l'ottima pasta fresca, nel periodo giusto arricchita dal tartufo pregiato; e poi la cacciagione e il baccalà, materie prime che Anna Rita padroneggia e valorizza in modo sapiente. E ancora formaggi, salumi di pregio, salmone, caviale... Il menu, che varia a cadenza quasi mensile, offre tanti spunti golosi, fra territorialità e creazioni stagionali.
Quanto alla cantina c'è di che divertirsi, “pescando” da una lista molto personale e per nulla scontata, oltretutto a ricarichi di rara onestà. Tanto per rimanere in tema prezzi, particolare che soprattutto di questi tempi non è certo da trascurare, per il pranzo infrasettimanale si parte da 20 euro (!), mentre il corposo menu degustazione (comprensivo di assaggini vari e ottimi pani “maison”) viene proposto a 45.
Se desiderate portar via un ricordo, c'è un piccolo corner di bottiglie e ghiottonerie selezionate per l’appunto dal patron; se volete prolungare la sosta, c'è un ottimo (e modico) bed and breakfast vicinissimo, ma Orvieto offre soluzioni per tutti i budget (chiedete tranquillamente a Mauro al momento della prenotazione).
Quanto alla cantina c'è di che divertirsi, “pescando” da una lista molto personale e per nulla scontata, oltretutto a ricarichi di rara onestà. Tanto per rimanere in tema prezzi, particolare che soprattutto di questi tempi non è certo da trascurare, per il pranzo infrasettimanale si parte da 20 euro (!), mentre il corposo menu degustazione (comprensivo di assaggini vari e ottimi pani “maison”) viene proposto a 45.
Se desiderate portar via un ricordo, c'è un piccolo corner di bottiglie e ghiottonerie selezionate per l’appunto dal patron; se volete prolungare la sosta, c'è un ottimo (e modico) bed and breakfast vicinissimo, ma Orvieto offre soluzioni per tutti i budget (chiedete tranquillamente a Mauro al momento della prenotazione).
I Sette Consoli
P.zza Sant'Angelo, 1/A
Orvieto (TR)
Tel. 0763 343911
www.isetteconsoli.it
P.zza Sant'Angelo, 1/A
Orvieto (TR)
Tel. 0763 343911
www.isetteconsoli.it