Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
Autunno in rosa
Il Rosé è il risultato di una rigorosa ricerca di equilibrio tra le varie componenti di uno Champagne, un po’ come accade a noi in alcuni periodi della nostra vita.
Pubblicato il 31/10/2017
Autunno in rosaLa vita frenetica, il grigiore cittadino e l’umore spesso nero ci avvicinano sempre più a prediligere sorsi che abbiano luminosità, colore ed effervescenza, così come è un buon bicchiere di bollicine, specialmente se la scelta cade su un incarnato rosa che sappia controbilanciare quello un po’ spento dei nostri animi. Non lasciamoci però spaventare dalla solennità del colore, piuttosto lasciamo che il colore entri in noi. Se da un lato lo Champagne Rosé ha innato quel non so che di femminilità e seduzione, dall’altro ha un carattere deciso pronto a mettere in discussione un qualsiasi piatto in abbinamento, anche quello più sostanzioso. E noi tutti sappiamo che lo Champagne non è il vino che scegliamo per abbinare alle pietanze di un piatto, è il piatto che deve essere abbinato allo Champagne. Lo Champagne Rosé è sempre stato un vino difficile da conquistare e da capire, spesso il suo colore è croce o delizia di certi canoni visivi e intellettivi distinguendosi proprio per queste prerogative ma soprattutto per la delicatezza e la forza di resistere nel tempo. Produce di sicuro aspettative maggiori e quando si ha davanti un fuoriclasse, non lo si lascia andar via tanto volentieri, per cui ripetuti assaggi diventano d’obbligo.
 
Autunno in rosaDa poco è stata presentata dal Gruppo Meregalli, nella manifestazione 100Vini a Roma, l’ultima cuvée millesimata della prestigiosa Maison di Champagne Bollinger: Rosé 2006. L’annata un po’ controversa ha fatto sì che la Maison ritenesse opportuno di non produrre il millesimo 2006 nelle altre tipologie di Champagne, solo nella versione Rosé e solo millesimata. Il Bollinger Rosé millesimato 2006 è stato creato nella rarità di Special Edition con 20.000 bottiglie al posto della Grande Année Rosé, rivolto a un pubblico non abbarbicato all'idea della Grande Année e nemmeno alla freschezza del Rosé "base". Questo Champagne è una via di mezzo, ha volume e charme, ha forza e delicatezza e ha una freschezza che mette d'accordo un po' tutti i palati. Per il Rosé 2006 la Maison ha voluto un packaging innovativo con box in metallo che portasse il nome Bollinger intarsiato in una griglia. L’ispirazione sembrerebbe di stile arabo con richiamo al Mashrabiya che è un dispositivo di ventilazione naturale usato proprio nell’architettura araba. Il cofanetto riutilizzato, in un secondo momento, con una candela all’interno sarebbe perfetto per atmosfere soft con scintillii e giochi di luce.
Buccia di cipolla intensa con lampi salmone. Brillante con perlage finissimo e continuo. Note di terziarizzazione appena accennate per cui avanzano sottili le sensazioni terragne di fungo, sottobosco, frutti di bosco allo zenit. Mineralità di pietra focaia alla deriva. Ricco e verticale, entra deciso ma con garbo, creando già il proprio savoir-faire senza crudezze spinte della sua tipologia. 72% di Pinot Noir e 28% di Chardonnay con l’aggiunta di un 7% di vino rosso che conferisce a questa cuvée un classico colore rosa intenso. 10 anni sur lie.
Autunno in rosaAl suo fianco, nella degustazione dei 100Vini a Roma, gli altri due Rosé della Maison, La Grande Année Rosé 2005 e il Bollinger Rosé, quest’ultimo fresco e dinamico, raffinato con profumi leggiadri e fragranti di rosolio, chicco di melograno, gesso, dall’assaggio acidissimo, verticale con perlage sottile, fine, impercettibile quasi una carezza su rimandi ai frutti di bosco. La Grande Année Rosé 2005 è un blend di Pinot Noir al 72% e di Chardonnay al 28% a cui è stato aggiunto vino rosso proveniente dalla famosa Côte aux Enfants. Vinifica in barrique da 228 litri di vent’anni di età e fa 2 anni di affinamento in bottiglia prima di essere messo in commercio. Rosa salmone. Perlage cremoso, carezzevole, ricco di seta e luce. Uno Champagne che oggi a 12 anni dalla vendemmia, incarna lo stereotipo della perfezione. Note fungine, di grande complessità per momenti unici. Al palato è ricco, intenso, di pura essenza, una materia sublime con astringenza tattile quasi tannica: quel senso di rugosità che si espande in tutta la bocca, gengive incluse.
E per favore, allontanate il Rosé dal suo triste destino che lo vuole complice delle cene più romantiche e apprezzatene le peculiarità condividendole in semplice amicizia.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA