Dal Friuli Venezia Giulia Lis Neris
Pubblicato il 25/10/2023
Il sogno mediterraneo incontra la disciplina nordica
Siamo in tanti a partecipare a questa degustazione nella sala Michelangelo al Rome Cavalieri presentata da Alvaro Pecorari, proprietario dell’Azienda, affiancato dal nostro docente Paolo Lauciani.
Parla con il cuore Alvaro, e comunica emozioni.
Racconta la storia della sua famiglia e di quando, negli anni’60, da bambino giocava sul Colle Picol, dove erano stati piantati i primi filari, e si divertiva a osservare il lavoro degli altri. Questa è stata la sua scuola e un’esperienza che ritiene abbia formato il suo carattere.
È convinto che il lavoro dell’uomo si debba adeguare ai ritmi della natura, capirli e assecondarli, trattare ciò che ci circonda con rispetto e conoscenza. In questo modo il produttore riuscirà ad infondere nel suo vino personalità e identità. Deve chiedersi come vuole che sia il proprio vino, non semplicemente raccontare le tecniche per farlo.
Lis Neris sorge tra Cormòns e Gorizia, a circa venti minuti dal mare e altrettanti dalle Alpi.
Terreni antichi, insoliti, ricchi di arenaria e marna, ricordiamoci che 45 milioni di anni fa erano tutti ricoperti dal mare. La successiva glaciazione tra i suoi detriti ha lasciato sassi di silicio, poi calcare, ferro e alluminio. Terreni poco fertili, assai permeabili, assolati e accarezzati dalla bora che attraverso la Valle del Vipacco giunge fino a Gorizia. La bora rallenta la maturazione ma arricchisce il grappolo di profondità e aromaticità.
Ed è proprio in questi terreni che lo Chardonnay trova ‘energia’. La degustazione ne è stata una prova.
Parla con il cuore Alvaro, e comunica emozioni.
Racconta la storia della sua famiglia e di quando, negli anni’60, da bambino giocava sul Colle Picol, dove erano stati piantati i primi filari, e si divertiva a osservare il lavoro degli altri. Questa è stata la sua scuola e un’esperienza che ritiene abbia formato il suo carattere.
È convinto che il lavoro dell’uomo si debba adeguare ai ritmi della natura, capirli e assecondarli, trattare ciò che ci circonda con rispetto e conoscenza. In questo modo il produttore riuscirà ad infondere nel suo vino personalità e identità. Deve chiedersi come vuole che sia il proprio vino, non semplicemente raccontare le tecniche per farlo.
Lis Neris sorge tra Cormòns e Gorizia, a circa venti minuti dal mare e altrettanti dalle Alpi.
Terreni antichi, insoliti, ricchi di arenaria e marna, ricordiamoci che 45 milioni di anni fa erano tutti ricoperti dal mare. La successiva glaciazione tra i suoi detriti ha lasciato sassi di silicio, poi calcare, ferro e alluminio. Terreni poco fertili, assai permeabili, assolati e accarezzati dalla bora che attraverso la Valle del Vipacco giunge fino a Gorizia. La bora rallenta la maturazione ma arricchisce il grappolo di profondità e aromaticità.
Ed è proprio in questi terreni che lo Chardonnay trova ‘energia’. La degustazione ne è stata una prova.
Si apre con due Spumanti Metodo Classico, a base Chardonnay, nella versione Brut e Extra Brut. Entrambi fermentano per circa otto mesi in legno prima di essere messi in bottiglia.
Abbiamo quindi il Dom Jurosa Brut 2018, che mostra un colore dorato acceso, un naso straordinario, una sintesi perfetta tra la fragranza, con note di canditi e pasticceria, e la freschezza, fiori freschi e frutta. In bocca si avverte una leggera tostatura, poi salsedine e iodio. Cremoso e avvolgente, quasi carnoso. Finale coerente, con piacevoli ritorni fumè.
Originale e identitario. Da tutto pasto.
L’altro Spumante Metodo Classico è un Jurosa Extra Brut 2015, le cui uve provengono dai vigneti più vecchi, ha un colore che ricorda l’oro verde, è più spiccatamente minerale, più austero, mostra una marcata sapidità. Avvolgente ed elegante. Assai persistente.
A seguire è stata proposta, della linea Jurosa, una mini verticale, sempre di Chardonnay in purezza. Tutti e tre i vini passano in legno per circa 10 mesi.
Friuli Isonzo Chardonnay Jurosa 2020
Oro verde, si percepisce una nota terrosa, poi muschio, roccia, fiori gialli, a seguire una lieve tostatura e tocchi di pasticceria mignon, che ritroviamo anche in chiusura. Mostra equilibrio tra tutte le sue componenti.
Friuli Isonzo Chardonnay Jurosa 2019
Oro verde leggermente più carico. Si presenta su note agrumate e floreali, torna il salmastro e lo iodio. Maggiore tensione, più profondità rispetto al precedente. Può avere una lunga vita davanti.
Friuli Isonzo Chardonnay Jurosa 2009
Oro pieno. Frutta gialla matura, fiori di camomilla appena appassiti, biscotti al burro, pasta frolla, miele, erbe aromatiche, cera d’api. Saporito, dinamico, snello. Lunghissima persistenza, su note saline e salmastre.
Segue l’assaggio di Friuli Isonzo Lis 2018, Pinot Grigio, Chardonnay e Sauvignon Blanc.
Oro tenue con pennellate verdi. Naso ben disegnato, glicine, tiglio e acacia, pesca bianca, poi leggerissima affumicatura. Pepe, borotalco e muschio. Fresco e sapido, chiude salino, con ricordi di mandorla.
La degustazione chiude con il Friuli Isonzo Tal Lùc, a base di Verduzzo, vitigno autoctono, dal grappolo alato e spargolo. Le uve vengono lasciate appassire per 3 mesi, spremute in gennaio. Da 100 kg di uve si ottengono 10/12 litri di vino.
Color ambra dai riflessi topazio. Si avvertono da subito note di frutta essiccata, dattero e albicocca, canditi, poi orzo. Dolce e avvolgente, ma mai stucchevole. Ricorda gli icewine e i trockenbeerenauslese.
Abbiamo quindi il Dom Jurosa Brut 2018, che mostra un colore dorato acceso, un naso straordinario, una sintesi perfetta tra la fragranza, con note di canditi e pasticceria, e la freschezza, fiori freschi e frutta. In bocca si avverte una leggera tostatura, poi salsedine e iodio. Cremoso e avvolgente, quasi carnoso. Finale coerente, con piacevoli ritorni fumè.
Originale e identitario. Da tutto pasto.
L’altro Spumante Metodo Classico è un Jurosa Extra Brut 2015, le cui uve provengono dai vigneti più vecchi, ha un colore che ricorda l’oro verde, è più spiccatamente minerale, più austero, mostra una marcata sapidità. Avvolgente ed elegante. Assai persistente.
A seguire è stata proposta, della linea Jurosa, una mini verticale, sempre di Chardonnay in purezza. Tutti e tre i vini passano in legno per circa 10 mesi.
Friuli Isonzo Chardonnay Jurosa 2020
Oro verde, si percepisce una nota terrosa, poi muschio, roccia, fiori gialli, a seguire una lieve tostatura e tocchi di pasticceria mignon, che ritroviamo anche in chiusura. Mostra equilibrio tra tutte le sue componenti.
Friuli Isonzo Chardonnay Jurosa 2019
Oro verde leggermente più carico. Si presenta su note agrumate e floreali, torna il salmastro e lo iodio. Maggiore tensione, più profondità rispetto al precedente. Può avere una lunga vita davanti.
Friuli Isonzo Chardonnay Jurosa 2009
Oro pieno. Frutta gialla matura, fiori di camomilla appena appassiti, biscotti al burro, pasta frolla, miele, erbe aromatiche, cera d’api. Saporito, dinamico, snello. Lunghissima persistenza, su note saline e salmastre.
Segue l’assaggio di Friuli Isonzo Lis 2018, Pinot Grigio, Chardonnay e Sauvignon Blanc.
Oro tenue con pennellate verdi. Naso ben disegnato, glicine, tiglio e acacia, pesca bianca, poi leggerissima affumicatura. Pepe, borotalco e muschio. Fresco e sapido, chiude salino, con ricordi di mandorla.
La degustazione chiude con il Friuli Isonzo Tal Lùc, a base di Verduzzo, vitigno autoctono, dal grappolo alato e spargolo. Le uve vengono lasciate appassire per 3 mesi, spremute in gennaio. Da 100 kg di uve si ottengono 10/12 litri di vino.
Color ambra dai riflessi topazio. Si avvertono da subito note di frutta essiccata, dattero e albicocca, canditi, poi orzo. Dolce e avvolgente, ma mai stucchevole. Ricorda gli icewine e i trockenbeerenauslese.
Lis Neris
Via Gavinana, 5
34070 San Lorenzo Isontino GO
Tel. 0481 80105
lisneris@lisneris.it
www.lisneris.it
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34070 San Lorenzo Isontino GO
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lisneris@lisneris.it
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