Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
Dalla Toscana Vignamaggio
Pubblicato il 11/10/2024

Martedì 8 ottobre 2024 presso la Sede Centrale della Fondazione Italiana Sommelier, abbiamo scoperto e riscoperto una cantina iconica e fortemente rappresentativa di un territorio.


Assieme a Paolo Lauciani, relatore inossidabile, abbiamo salutato Jacopo Pastorino, responsabile commerciale dell’Azienda, e la bravissima e solare Barbara Tamburini, che ha ricevuto l'Oscar del Vino come Miglior Enologo in Italia, noto anche come Premio Giacomo Tachis, nel 2019.
 

Prologo
Un viaggio alle radici della cultura del vino italiano, e non solo

Perché si inizia già nel 1280 allorquando la famiglia Gherardini, una delle più antiche e nobili famiglie toscane, si stabilì su una collina che domina la valle del fiume Greve, costruendo il castello di Montagliari. Questo evento segnò l'inizio della tenuta storica di Vignamaggio, situata nel cuore della regione Chianti Classico. 


E se questo non fosse sufficiente a raccontarne la storia, approdiamo nel 1404 con Amidio Gherardini, e suo fratello Accerito, menzionati in documenti ufficiali in relazione a tecniche di vinificazione e utilizzo di botti. 


In casa Gherardini è l’anno zero, e non solo per loro, verrebbe da pensare.


Ma gli appuntamenti con la Storia non finiscono qui, ed è importante ricordare almeno i più rappresentativi che hanno la famiglia Gherardini e la cantina Vignamaggio come protagonisti di accadimenti che risuoneranno nei secoli futuri.


E se a volte folclore e storia si fondono insieme è bello credere che nel 15 giugno 1479 nasceva Lisa Gherardini, all’epoca poi nota come Lisa del Giocondo perché in sposa a Francesco di Bartolomeo di Zanobi del Giocondo, un facoltoso mercante di seta fiorentino, ma da tutti oggi conosciuta come La Gioconda o come Monna Lisa, e regalata all’eternità per mano di Leonardo da Vinci nel 1506.


E quindi in un balletto fra arte e vino (che poi alla fine non sono la stessa cosa?), si deve ricordare che nel 1924 ben 33 produttori (tra cui la famiglia Gherardini) fondarono il Consorzio per la Difesa del Vino Tipico del Chianti e della sua Marca di Origine. Questo consorzio è stato il primo in Italia e con lo scopo di tutelare e promuovere il vino Chianti Classico, garantendo che solo i vini prodotti nella zona storica delimitata dall'editto del 1716 potessero portare il nome Chianti Classico. 

Degustazione

Si arriva quindi ai giorni nostri con un’azienda che vanta 480 ettari di proprietà, di cui ne sono vitati circa 65 che insistono su un territorio diviso dal fiume Greve con chiare distinzioni in termini di composizione. Sul lato sinistro del fiume, ad un’altitudine tra i 350 e 450 metri, sono allevate le uve Sangiovese del vino Monna Lisa, i cui terreni sono con percentuali di argilla inferiori al 30%, ricchi di sassi, poco calcarei e ben drenanti, mentre sul versante destro, su terreni più argillosi e sabbiosi, è coltivato il Cabernet Franc e il Merlot.


In degustazione dapprima la verticale del Monna Lisa, Gran Selezione dal 2010, poi nella versione Riserva per le annate più risalenti.


Da ultimo una degustazione orizzontale del millesimo 2020, con l’ingresso di Barbara Tamburini quale enologo, con l’assaggio dei tre vini di punta. Il Chianti Classico Gran Selezione Monna Lisa, il Cabernet Franc di Vignamaggio (da poco insignito con il massimo riconoscimento dei 5 GRAPPOLI BIBENDA 2025) e il Merlot di Santa Maria.

 

Barbara ci ha raccontato l’attenzione in vigna, con la raccolta manuale e separata di ogni grappolo, così come in cantina con una vinificazione separata per ogni uva,  l’ausilio di un selettore ottico e un uso prudente e modulato dei legni. 
 

Chianti Classico Gran Selezione Monna Lisa 2017 

(Il Monna Lisa prevede una quota minore di Cabernet Sauvignon, variabile fra il 5% e il 10% in base all’annata).


Luminoso nel calice dai bagliori rubino. Esprime all’olfatto particolare delicatezza olfattiva, rintocchi floreali di rosa canina, poi ciliegie e lamponi appena colti, quindi vibrazioni agrumate di arancia sanguinella e sul fondo ricordi boschivi. L’assaggio è coerente ove impunture fresche sono cesellate insieme ad un vellutato tannino. Sul fondo esprime calore e richiami speziati del naso.

 

Chianti Classico Gran Selezione Monna Lisa 2015 
Appare immediata una prima differenza, già cromatica, poi al naso energia ed ampiezza esprimono una fattura straordinaria. Violette, frutti scuri (ribes e more), poi rami spezzati e zolla smossa, tabacco e grafite, quindi afflato balsamico e screziature agrumate di chinotto. L’incipit gustativo esprime un morso tannico che amplifica la nota salina per una beva larga e profonda. Lunga la persistenza dai ricordi eleganti e sopraffini.

Se il millesimo 2017 esprima agilità, il 2015 maggiore completezza e precisione.

 

Chianti Classico Gran Selezione Monna Lisa 2010
L’evoluzione cromatica rispetto ai precedenti due assaggi appare accelerata. Tonalità granato e compattezza. Emerge un naso puntellato da frutta matura, confettura di frutti rossi, erbe infuse, quindi suggestioni di cenere, legna arsa, poi caffè in grani e sottobosco, rintocchi speziati sul fondo. L’assaggio esibisce una larghezza inferiore al precedente e una trama tannica meno precisa a causa della necessità di anticipare la vendemmia rispetto ai tempi previsti.

 

Chianti Classico Riserva Monna Lisa 2008
Luminoso nel calice di una tonalità granato non ancora netta. Emergono fiori appassiti, foglie secche, quindi humus e muschio, rintocchi speziati e di legni antichi, quindi cenere e grafite. La beva esibisce un equilibrio fra la componente fresca ed una tannicità ancora vibrante. La sintesi è un dinamismo gustativo di estremo fascino che regala una lunghissima persistenza.

 

Chianti Classico Riserva Monna Lisa 2007 
Compatto nel calice con bordo aranciato. Al naso ricordi di violette appassite e di piccoli frutti rossi in gelatina (more e prugnette selvatiche), tabacco bruno, cenere e scatola da sigari, grafite e liquirizia. L’assaggio esprime ancora una fitta setosità tannica che distende lungamente il sorso ben sorretto da guizzi sapidi e salini. 


Chianti Classico Riserva Monna Lisa 2006
Granato e cupo nel calice. Ampio il ventaglio olfattivo ove emergono al naso vibrazioni di un frutto ancora maturo e non surmaturo (more, mirtilli e ribes), poi sviluppa note terziarizzate di corteccia, legno, pepe in grani e grafite, quindi vibrazioni balsamiche con rintocchi di liquirizia, sul fondo screziature di tamarindo. L’assaggio esibisce una vibrante freschezza rintoccata da sferzate agrumate e saline. Lunga la persistenza che sfuma su riverberi minerali.

 

Chianti Classico Gran Selezione Monna Lisa 2020
Tonalità rubino luminoso. Naso invitante e aggraziato. Emergono suggestioni floreali di rosa canina e di viola, quindi ricordi di macchia mediterranea, impunture di lavanda e di pepe rosa, poi balsamicità di cardamomo e riflessi agrumati di arancia rossa. La beva è coesa ed esibisce una trama tannica di particolare eleganza e fittezza. Il risultato è una coesione gusto-olfattiva che lungamente ci accompagna oltre il sorso.

 

Cabernet Franc di Vignamaggio 2020                    5 GRAPPOLI 2025
Vignamaggio è stata fra le prime cantine a vinificare in purezza questo vitigno, tant’è che si trovano anche ceppi di oltre sessant’anni. Le viti insistono sulla parte destra del fiume Greve, quindi terreni di argilla e sabbia. 
Rubino con lampi porpora. Un naso intenso evoca dapprima una delicata florealità, poi profumi di ribes nero e di amarena, cassis ed essenza di violette, quindi soffio di eucalipto e di macchia mediterranea, legno di cedro e resine balsamiche, quindi rintocchi di cipria e di liquirizia dolce, sfuma su ricordi di inchiostro di china. L’approccio gustativo evidenzia coerenza e dinamismo ben veicolato da cipiglio fresco e rintocchi salini. Ritmo condotto da setoso tannino che sostiene ed allunga il sorso.


Merlot di Santa Maria 2020
I vigneti di Santa Maria sono posizioni sul lato destro del fiume Greve e godono dello stesso terreno del Cabernet Franc. 
Rubino luminoso. Lo spettro olfattivo evidenzia un naso polposo e succoso, timbrica floreale di viola fresca poi piccoli frutti neri maturi (mirtilli, more e ciliegie mature), quindi erbette aromatiche che lasciano poi il passo a sentori lattici veicolati da ricordi di cioccolato al latte e gianduia. La beva esibisce muscolarità e piacevolezza in equilibrio fra vellutato tannico e rotondità glicerica. Lungo.
 

Epilogo e una citazione:
Vino che viene da queste uve parla chiantese (Giacomo Tachis)

Citazione chiave che rappresenta sia il prologo che l’epilogo di questo incontro. Abbiamo iniziato ricordando l’importante premio consegnato nel 2019 a Barbara Tamburini, e ora, dopo la degustazione, torna alla mente la figura di Giacomo Tachis. E con lui la tanta bellezza (e torna anche l’arte) che una degustazione può regalarci. Abbiamo degustato vini diversi di diverse annate, abbiamo compreso come ci sia un lavoro sartoriale in vigna come in cantina, non adottando stringenti regole ferree, ma cucendo il vino intorno al millesimo, per non forzare caratteri che non ha, ma per esaltare le potenzialità che può esprimere.


E se questo lavoro è eseguito a regola d’arte, emerge in tutta la sua limpidezza il territorio e le sue caratteristiche uniche. Non è l’uomo che pone un timbro al vino, ma la capacità di leggere il terroir ed offrirne una chiave di lettura che inequivocabilmente coinvolge tutti i vini presenti e li distingue con il tratto dell’unicità.
 

Andrea Masotta

Da sinistra Barbara Tamburini, enologo, Jacopo Pastorino, responsabile commerciale e Paolo Lauciani, docente della Fondazione Italiana Sommelier
Da sinistra Barbara Tamburini, enologo, Jacopo Pastorino, responsabile commerciale e Paolo Lauciani, docente della Fondazione Italiana Sommelier
Panoramica della Sala Ellisse durante la degustazione
Panoramica della Sala Ellisse durante la degustazione
Panoramica della Sala Ellisse durante la degustazione
Le etichette in degustazione
Le etichette in degustazione
Fotografia
Jacopo Pastorino, Barbara Tamburini, Paolo Lauciani e i Sommelier di Servizio
© RIPRODUZIONE RISERVATA