La tradizione enogastronomica italiana è ricca di eccellenze; ciò è dovuto soprattutto alla natura contadina che ha caratterizzato un passato neanche troppo lontano del nostro Paese. Nel panorama del secolo scorso sono molti gli esperimenti che hanno dato vita a diversissime tipologie di prodotti; tra questi entrano di diritto anche quelli collegati al vino, all’epoca non solo espressione di edonismo, ma vera e propria fonte di sostentamento. Il vino fino al secondo dopoguerra era infatti considerato un vero e proprio alimento, e nella tradizione contadina ogni famiglia aveva qualche arbusto di vite da cui produrre il proprio, anche se spesso l’aspetto qualitativo lasciava a desiderare. Ciò nonostante non si pensi che non interessasse migliorare il livello, anzi la curiosità e il desiderio di creare qualcosa di nuovo venivano coniugati sul territorio della penisola in modi diversi, a seconda delle risorse e del territorio. Tra i frutteti delle zone collinari e montane dell’entroterra marchigiano, ad esempio, capita di trovare un albero da cui raccogliere in estate minuti frutti rossi, più piccoli delle ciliegie, più scuri e decisi nel gusto: si tratta del Prunus Cerasus, meglio conosciuto col nome di Visciola. I contadini iniziarono ad utilizzare questa amarena selvatica per aromatizzare il vino attraverso l’esclusiva ricetta di famiglia, che veniva tramandata di generazione in generazione.
Il Visner è dunque il prodotto dell’unione tra questo delizioso frutto e il vino “della casa”. Gli ingredienti variano a seconda della ricetta e, oltre ai due sopra elencati, possono essere aggiunti alcol e zucchero in quantità variabili. Con il passare degli anni il vino di visciole, come il vino stesso, è andato incontro a un importante miglioramento qualitativo, dovuto soprattutto all’applicazione delle moderne tecnologie e all’esperienza di produttori lungimiranti, che si sono emancipati da quell’immobilismo spesso confuso con la purezza della tradizione. Proprio in questo senso il passato incontra il futuro: partendo da quello che un tempo era considerato il vino dei poveri si è oggi arrivati alla specificità di un ottimo prodotto, con la conseguente ripresa della coltura della Visciola - pianta che altrimenti sarebbe andata scomparendo - e la valorizzazione di un intero territorio.
Il Visner, visciolì o visciolato che dir si voglia, è ascrivibile alla categoria dei vini aromatizzati e viene tuttora ottenuto dalla rifermentazione del vino con le visciole. Si utilizzano vini rossi, prevalentemente Montepulciano o Sangiovese, ma anche Vernaccia Rossa di Pergola, visto che proprio in questo Comune ne è caratteristica la produzione. Al termine del processo produttivo, il Visner si presenta di color rosso porpora profondo con riflessi violacei. All’aspetto è quasi denso e di buona consistenza, al naso è franco nel sentore di visciola con nuance secondarie di piccoli frutti rossi. In bocca scende morbido, corposo, con un’equilibrata dolcezza che ne permette l’abbinamento con pasticceria secca e crostate di frutti rossi; ma è anche un ottimo nettare da meditazione per una piacevole serata, in solitudine o in compagnia.