La Sacerdotessa nelle Langhe
Marina Abramović ad Alba per una due giorni dedicata agli amanti dell’arte e non solo.
Pubblicato il 03/10/2017

In occasione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, i Ceretto già da diversi anni chiamano grandi artisti internazionali a realizzare progetti o eventi nel comune di Alba. Quest’anno è stata la volta di Marina Abramović, pioniera, di più… sacerdotessa, dell’art performance. Attiva e seguitissima già dai primi Anni 70, contesa dai principali musei del mondo, nel 1997 ha portato alla Biennale di Venezia la performance “Balkan Baroque” per denunciare la guerra nell'ex Jugoslavia. L’esibizione, che le ha valso il Leone d’oro come miglior artista, è durata quattro giorni e ha avuto come palcoscenico uno scantinato buio con tre installazioni video, tre sculture in rame contenenti acqua (a simboleggiare la purificazione spirituale) e la stessa Abramović seduta 6 ore al giorno intenta a raschiare 1500 ossa di bovino. E ancora. Nel 2010 l’artista si è esibita al MOMA di New York restando per 700 ore su una sedia con lo sguardo fisso di fronte a sé.
Viste le premesse si capisce che non è cosa di tutti i giorni poterla incontrare; l’idea stessa più che al mondo delle possibilità concrete appartiene a quello ovattato dei sogni, eppure la famiglia Ceretto è riuscita a portare questa iconica artista nelle Langhe, coinvolgendola in ben due occasioni. Il primo appuntamento si è tenuto lo scorso 28 settembre nel Coro della Maddalena ad Alba, dove Marina Abramović ha presentato la video-installazione «Holding the Milk» estrapolata da un progetto più ampio intitolato «The Kitchen, Homage to Saint Therese». Nel video appare immobile e ieratica, vestita di nero, in una cucina abbandonata mentre sorregge una tazza colma di latte; illuminanti del parole della stessa artista per capire il senso dell’opera: “La cucina di mia nonna è stato il fulcro del mio mondo: tutte le storie venivano raccontate in cucina, ogni consiglio sulla mia vita veniva dato in cucina; il futuro, contenuto nelle tazze di caffè nero, veniva letto e annunciato solo in cucina; quindi è stata davvero il centro del mio universo, e tutti i miei ricordi più belli nascono lì.”.Il giorno dopo lecture al Teatro Sociale di Alba dove la Abramović ha svelato l’essenza del proprio lavoro - “la performing art non è teatro: nella performing art il sangue è sangue, mentre a teatro il sangue è ketchup. Il corpo dell’artista interagisce con il corpo del pubblico e l’energia che scaturisce ti protegge” - e ha risposto alle domande del pubblico.
