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Un sorso di complessa semplicità
Pubblicato il 09/11/2012
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Il Tanaro è il fiume del vino, più di qualunque altro fiume italiano. Il suo percorso parla di Moscato, di Dolcetto, di Barbera, di Nebbiolo. Come un severo gendarme, ogni dieci anni fa sentire la sua voce impetuosa, spesso violenta, inondando campi e vallate, ricordando all’uomo quanto la natura possa essere dominatrice se non viene rispettata. Il Tanaro è il fiume che lambisce le Langhe senza mai toccarle.

Egli è caratterialmente distante dalle storie nobili del Barolo e del Barbaresco. Il Tanaro ha seguito da vicino, ha accompagnato negli anni la storia straordinaria dell’uva più povera e bistrattata, la Barbera. In mezzo a tanti “maschi”, “il” Nebbiolo, “il” Moscato”, “il” Dolcetto, “la” Barbera (e non “il” Barbera, errore marchiano di enunciazione frequentemente compiuto), è una femmina che ha dovuto lottare per conseguire la propria emancipazione.

C’è un nome, più di altri, notoriamente legato all’evoluzione e alla giusta nobilitazione della Barbera, quello del grande Giacomo Bologna. Personaggio unico, spasmodicamente epicureo, geniale, buono, generoso come nessuno. Egli ha lasciato un’eredità preziosa, sapientemente raccolta da tanti bravi produttori dell’astigiano, del Monferrato, delle Langhe, che hanno fatto assurgere la Barbera a un rango che non risiede più ai piedi del Nebbiolo ma che ne è a latere. Non è più il vino di ripiego, ma è “l’altro” grande, spesso grandissimo vino del Piemonte.

Un’eredità, quella di Giacomo, raccolta in modo encomiabile da Raffaella, una donna del vino che farebbe innamorare anche un sasso, tanto è dolce, intelligente, dotata della medesima capacità di coinvolgere e abbracciare l’interlocutore che contraddistingueva il suo grande papà. Una grande imprenditrice con i piedi saldamente ancorati a terra, che adora la sua terra e ama l’amicizia.

Sarebbe facile, dopo un incontro con lei, celebrare per l’ennesima volta i pluripremiati, complessi e straordinari Bricco dell’Uccellone e Bricco della Bigotta, o l’avvolgente massa del maturo Ai Suma. Nel tempio della Barbera, se il palato e le emozioni sensoriali della degustazione si esaltano al cospetto dei citati Grandi, il cuore va dritto alla Monella, una “Barberina” che parla al gusto del bevitore senza chiedergli il pedigree. Immediata, piacevole, da berne a fiumi. Da abbinare in inverno con i cibi della tradizione ma anche da bere fresca, d’estate, in mezzo ai filari.

Una Barbera lievemente frizzante, o meglio, “mossa”, piccola e grande come il luogo in cui nasce, Rocchetta Tanaro, irrequieta come il suo fiume, monella di nome e di fatto, loquace, sorridente e coinvolgente come Raffaella.

Strada Provinciale 27, 9
Loc. Ciappellette
14030 Rocchetta Tanaro (AT)
Tel. 0141 644113
www.braida.it
info@braida.it 

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