Illuminati dal... Faro
Daniela Scrobogna e Salvatore Geraci in tandem per la presentazione a Palermo di importanti annate di Faro e Rosso del Soprano dell'azienda Palari.
Pubblicato il 02/12/2016
C'è chi lo definisce snob, chi sui generis, chi bon viveur. Certo è indubbio che Salvatore Geraci, architetto e produttore di vino insieme al fratello dell'azienda Palari, a Santo Stefano Briga, in provincia di Messina, ha fatto innamorare anche gli “astemi” dei suoi vini, “illuminando” il nostro cammino da assaggiatori.
Noi di Fondazione Sommelier Sicilia abbiamo avuto modo di apprezzarlo da vicino in occasione di una degustazione guidata da Daniela Scrobogna, organizzata presso la nostra sede di Palermo lo scorso 26 settembre.
Sette vini presentati dal tandem Geraci-Scrobogna che hanno posto l’accento sull'unicità del territorio attraverso caratteristiche organolettiche comuni ad ogni annata e un’evoluzione contraddistinta da una complessità aromatica ma soprattutto da un’eleganza fuori dal comune.
E passando dalla teoria alla pratica, Geraci ha voluto accogliere la sfida di inserire in degustazione non solo il suo top di gamma, il Faro 2001, ma anche il suo 'per così dire’ second vin, ovvero il Rosso del Soprano sempre dell'annata 2001.
E proprio da quest’ultimo inizia il nostro assaggio “illuminato” dal Faro...
Noi di Fondazione Sommelier Sicilia abbiamo avuto modo di apprezzarlo da vicino in occasione di una degustazione guidata da Daniela Scrobogna, organizzata presso la nostra sede di Palermo lo scorso 26 settembre.
Sette vini presentati dal tandem Geraci-Scrobogna che hanno posto l’accento sull'unicità del territorio attraverso caratteristiche organolettiche comuni ad ogni annata e un’evoluzione contraddistinta da una complessità aromatica ma soprattutto da un’eleganza fuori dal comune.
E passando dalla teoria alla pratica, Geraci ha voluto accogliere la sfida di inserire in degustazione non solo il suo top di gamma, il Faro 2001, ma anche il suo 'per così dire’ second vin, ovvero il Rosso del Soprano sempre dell'annata 2001.
E proprio da quest’ultimo inizia il nostro assaggio “illuminato” dal Faro...
Il Rosso del Soprano 2001, dal rosso granato, all’analisi olfattiva si distingue per l’evidente traccia ferrosa, ma anche una nota di selvatico persistente. La sua complessità olfattiva si traduce al palato in un perfetto equilibrio e da una notevole facilità di beva.
Si prosegue con il Faro 2001, dal medesimo colore del precedente. All’olfatto è quel che si definisce in gergo tecnico “ampio” con una piacevole alternanza di sentori che spaziano dalle erbe aromatiche, al goudron e ancora alla nota ematica.
Il tannino è quantitativamente più presente ma di un’eleganza estrema, tanto da essere definito “nobile”.
In sequenza e scardinando le regole di assaggio di una verticale, abbiamo continuato con il Rosso del Soprano 2011 e 2012, per poi proseguire con il Faro 2009 e 2010. Nei primi due il fil rouge è sempre la nota ematica, oltre alla nota salmastra, mentre vi è una differenza alcolica (13 gradi per il 2011 e 13,5 per il 2012) tra le due annate. L’assaggio è piacevole e di buona persistenza.
Il Faro 2009, che tra l’altro ha riportato un gran successo fra i presenti, già all’olfatto ci incanta con i suoi profumi, dall’arancia rossa al rabarbaro, dal chinotto al tabacco, con qualche traccia di legno di cedro e di mentolo. Al palato è caratterizzato da una notevole freschezza, una dosata sapidità e un tannino elegante. Il Faro 2010 è un po’ penalizzato rispetto al 2009 dalla giovane età, pur mantenendo le medesime caratteristiche aromatiche e la medesima complessità olfattiva.
Si prosegue con il Faro 2001, dal medesimo colore del precedente. All’olfatto è quel che si definisce in gergo tecnico “ampio” con una piacevole alternanza di sentori che spaziano dalle erbe aromatiche, al goudron e ancora alla nota ematica.
Il tannino è quantitativamente più presente ma di un’eleganza estrema, tanto da essere definito “nobile”.
In sequenza e scardinando le regole di assaggio di una verticale, abbiamo continuato con il Rosso del Soprano 2011 e 2012, per poi proseguire con il Faro 2009 e 2010. Nei primi due il fil rouge è sempre la nota ematica, oltre alla nota salmastra, mentre vi è una differenza alcolica (13 gradi per il 2011 e 13,5 per il 2012) tra le due annate. L’assaggio è piacevole e di buona persistenza.
Il Faro 2009, che tra l’altro ha riportato un gran successo fra i presenti, già all’olfatto ci incanta con i suoi profumi, dall’arancia rossa al rabarbaro, dal chinotto al tabacco, con qualche traccia di legno di cedro e di mentolo. Al palato è caratterizzato da una notevole freschezza, una dosata sapidità e un tannino elegante. Il Faro 2010 è un po’ penalizzato rispetto al 2009 dalla giovane età, pur mantenendo le medesime caratteristiche aromatiche e la medesima complessità olfattiva.
E per chiudere in bellezza, un vino che Geraci definisce quasi uno “sfizio”, che si presenta per il suo carattere, con la sua identità naturalmente diversa dai vini prima assaggiati. E' Santa.Né 2008, un vino che si stacca totalmente dall’impostazione degli altri. All’olfatto si distingue immediatamente una matrice fruttata, in particolare di confettura di piccoli frutti rossi, ma anche una nota speziata e fumé; al palato è caratterizzato da un ritorno piacevole delle sensazioni olfattive e da un tannino elegante e mai aggressivo.
E dopo questi sette assaggi possiamo solo dire che sicuramente siamo stati “illuminati”.
E dopo questi sette assaggi possiamo solo dire che sicuramente siamo stati “illuminati”.
PALARI
C.da Barna
98137 S. Stefano Briga ME
Tel. 090 630194
info@palari.it
www.palari.it
C.da Barna
98137 S. Stefano Briga ME
Tel. 090 630194
info@palari.it
www.palari.it